Veri e propri rave party in piena città quelli che si svolgevano sotto casa del signor Paolo Trimarchi, l’uomo di Afragola che si é suicidato lasciando un post su Facebook puntando il dito su questo problema che ormai affrontava da anni.
Video shock girati proprio da Trimarchi dimostrano c’erano eventi con centinaia di persone che come location avevano non un locale da ballo, ma il marciapiede antistante l’attività sotto accusa, e proprio per questo motivo nel 2021 il signor Paolo aveva denunciato i titolari del locale alle autorità che li hanno rinviati a giudizio fissando la prima udienza addirittura nel 2026.
“Centinaia di persone sul marciapiede e fortissimi schiamazzi fino a notte fonda – dichiara Arianna, figlia di Paolo Trimarchi – abbiamo chiamato più volte le forze dell’ordine senza risultato alcuno, ci siamo rivolti alle istituzioni, le quali al momento ci garantivano aiuti e controlli, ma nei fatti non ci rispondevano nemmeno piú al telefono… So che anche il deputato Francesco Emilio Borrelli aveva inviato una lettera alla Polizia Municipale di Afragola chiedendo spiegazioni, ma da quello che ho capito non ha mai avuto risposte. Dicono che questo signore abbia i permessi per occupazione suolo – prosegue – ma sicuramente questa occupazione suolo non prevedeva centinaia di persone riversate sul marciapiede e per strada, bicchieri e bottiglie di vetro lasciate ovunque, tutto questo nell’indifferenza piú totale delle istituzioni che sicuramente conoscevano la situazione, sia perché tutta la città la conosce e sia perché glielo dicevamo noi oltre ad aver depositato denunce ufficiali, ma loro ci rispondevano con la solita risposta retorica per mettersi apposto, e cioé che avevano i permessi dell’occupazione suolo… Ma mai, e dico mai, hanno fatto interventi verificando l’effettiva occupazione che sicuramente non corrispondeva a quella sulla carta – conclude – quando arrivavano le forze dell’ordine, perché le nostre telefonate erano tante, passavano, si fermavano ed andavano via dopo pochi minuti, nonostante la palese occupazione selvaggia che andava oltre i permessi dell’occupazione suolo e di questo abbiamo prove video. Siamo distrutti, mio padre era stremato – tuona Arianna – questa situazione di violenza psicologica del locale e dell’inerzia delle istituzioni che non ci hanno mai ascoltato lo hanno portato allo stremo delle forze e quindi al suicidio!!! Voglio capire chi non ha letto la lettera dell’Onorevole Borrelli!? Chi e perché ha commesso questa omissione!? Se ci avessero ascoltato mio padre non si sarebbe ucciso! Mio padre si é suicidato a causa di tutto ciò, adesso é arrivato il momento che chi ha commesso tutto questo si deve assumere le sue responsabilità!“.
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La famiglia Trimarchi é assistita per questa vicenda dall’avvocato Sergio Pisani, il quale non ha ancora rilasciato dichiarazioni. Intanto tra le varie foto rinvenute conservate da Trimarchi, é stata ritrovata una foto del furgone dell’attività che aveva delle scritte adesive sul tetto, furgone parcheggiato sotto il balcone di Trimarchi con la scritta… “Quello che vuoi per me il doppio lo auguro a te. NB: ‘E murí“.
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