FT: sarebbero pirati sostenuti dalla Cina
Roma, 29 ago. (askanews) – L’Agenzia giapponese per la cybersecurity è stata infiltrata da hacker che sono riusciti per nove mesi ad avere accesso a dati sensibili per qualcosa come nove mesi. L’afferma oggi il Financial Times, citando tre fonti governative e private che hanno informazioni sul tema.
La NISC è l’agenzia che ha la responsabilità della sicurezza informatica giapponese. Secondo le fonti, gli hacker – che sarebbero sostenute da entità statali cinesi – avrebbero iniziato l’attacco lo scorso autunno e avrebbero potuto agire indisturbati fino a giugno di quest’anno.
La notizia viene in un momento in cui Tokyo sta rafforzando la sua collaborazione militare con gli Stati uniti e la Corea del Sud ed è anche impegnata in progetti di armamenti, come quello per il jet di nuova generazione con Regno unito e Italia. E’ quindi detentore di segreti militari piuttosto importanti.
NISC ha ammesso a inizio agosto che alcuni dati personali legati scambi di mail tra ottobre e giugno potrebbero essere filtrati dai suoi sistemi.
Il ministero degli Esteri cinese ha escluso che Pechino possa essere dietro all’attacco, puntando invece il dito contro gli Stati uniti e ricordando che “WikiLeaks precedentemente ha rivelato che gli Usa hanno condotto cyberspionaggio nei confronti del Giappone, a partire da membri del governo”, ha detto Pechino.