Mef entra in Netco con una quota fino al 20%. Strada spianata per KKR
Milano, 29 ago. (askanews) – Tim sotto i riflettori a Piazza Affari, con il titolo che ritocca i massimi da aprile, all’indomani del Consiglio dei Ministri che ha deliberato un Dpcm e un decreto legge che autorizzano il Tesoro ad entrare nell’offerta per NetCo (rete e Sparkle) al fianco di KKR con una quota tra il 15% e il 20%, assegnando risorse fino a 2,2 miliardi di euro. Un’operazione, ha spiegato la premier Giorgia Meloni, che mira “ad assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro”. Strada spianata dunque per il fondo Usa, che dovrà presentare entro il 30 settembre un’offerta vincolante per l’acquisto della rete di Tim, mentre i sindacati sono sul piede di guerra.
Quanto deciso dal Cdm, che rende così operativo il MoU tra Mef e KKR siglato il 10 agosto, è “un chiaro e forte supporto politico e finanziario all’operazione NetCo da parte del governo”, hanno sottolineato oggi gli analisti di Equita, secondo cui l’ammontare delle risorse assegnate “è coerente con le valutazioni circolate relative a 20 miliardi di Enterpise value, di cui 9 miliardi di debito allocato e 11 di equity”.
La partecipazione del Mef nella futura società della rete, seppur di minoranza, è finalizzata “ad assicurare l’utilizzo dei poteri speciali, la capacità di incidere in termini di strategia e sicurezza, in quella che noi consideriamo una infrastruttura, la rete di telecomunicazione in fibra, decisiva per il futuro del Paese”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Resta da vedere ora l’atteggiamento di Vivendi, primo azionista di Tim, con cui il governo mira a trovare un supporto all’operazione in modo da evitare un confronto in assemblea. Non è escluso, poi, un coinvolgimento di Cdp: “E’ possibile, ma tenendo conto dei vincoli dell’Antitrust”, ha detto Giorgetti.
Netto, invece, il giudizio negativo dei sindacati sulla vicenda. “La notizia della decisione del governo di acquisire una partecipazione di minoranza alla costituenda società della rete Tim, lasciando al fondo americano KKR almeno il 65% del pacchetto azionario, ci lascia sgomenti. Quello che si sta consumando in queste ore è l’ultimo atto, l’ennesimo, con il quale si sceglie di regalare al mercato un asset strategico del Paese”, ha commentato il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo. “Confermiamo tutta la nostra contrarietà ad un progetto che non ha nulla di industriale per il nostro Paese e per questa azienda”, la posizione della Uilcom Uil. “Dispiace di vedere come il Governo, a guida Meloni, abbia preferito strizzare l’occhio ai fondi di investimenti stranieri anziché difendere il principio dell’italianità. Tutto questo senza mai aprire un confronto con le parti sociali”. Mentre sul fronte opposizione, i senatori del Pd, Antonio Misiani e Antonio Nicita, hanno chiesto alla presidente Meloni e a Giorgetti “di venire al più presto in Parlamento a riferire in merito al futuro di Tim e della rete”.
In Borsa, il titolo Tim ha chiuso a 0,284 euro (+0,11%), sgonfiandosi rispetto al balzo messo a segno in apertura (top a 0,2922), ma posizionandosi sui livelli che non vedeva da metà aprile.