mercoledì, Settembre 25, 2024
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Caro voli: tetto alle tariffe, Ryanair risponde con taglio rotte da Sardegna

Sul caro voli il governo resta sulle proprie posizioni, e Ryanair pure. All’emanazione del decreto che impone il tetto alle tariffe per i collegamenti con le isole, il vettore irlandese – come aveva preannunciato quest’estate – ha risposto tagliando l’operativo invernale per la Sardegna. Non accennano a placarsi quindi le polemiche che a luglio avevano coinvolto il vettore low cost e il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso.

Sono 10 in totale le rotte finite sotto la ‘scure’ calata da O’Leary: 3 rotte nazionali sono state cancellate (Cagliari-Trieste, Alghero-Bari e Alghero-Treviso) mentre per altre 7 sono state ridotte le frequenze, compresi 6 collegamenti nazionali essenziali per Roma e Milano (Bergamo e Malpensa), Catania, Napoli e Venezia, oltre a Bruxelles Charleroi.

“Ryanair e il management degli aeroporti sardi continuano a lavorare per sviluppare una crescita sostanziale a sostegno della vitale connettività dell’Isola con la Penisola, ma l’illogico decreto ideato a Roma, che fissa un tetto illegale sui prezzi, minaccia di vanificare tutto questo”, scrive la compagnia in una nota, esortando il ministro a stralciare il decreto “per evitare ulteriori danni irreparabili alla connettività sarda”.

Un ultimatum a cui – almeno per ora – il Mimit non sembra avere intenzione di replicare. L’ultima parola del ministro era stata chiara: “L’Italia è il primo mercato della compagnia, il più appetibile d’Europa. Se taglieranno rotte, le riempirà qualcun altro”, aveva detto Urso ad agosto.

Intanto, va avanti il confronto con il comparto, in vista del tavolo di settore convocato per il 19 settembre a via Veneto. Dopo il faccia a faccia con il presidente di Ita Airways, Antonio Turicchi, di mercoledì, giovedì è stata la volta di Assaeroporti, Neos e Easyjet. Ed è proprio la low cost britannica ad aggiungersi al coro del dissenso: “il decreto contrasta con il principio di libertà tariffaria stabilito dalla normativa Ue.

Ogni limitazione di questa libertà avrebbe come conseguenza una riduzione dell’offerta di trasporto aereo”. Non solo. Stabilendo un tetto massimo per i prezzi dei voli, basato sulla loro tariffa media, si ottiene l’effetto opposto a quello desiderato, cioè “una riduzione dell’offerta e un aumento dei prezzi medi, rendendo i viaggi in aereo meno convenienti e meno accessibili per gli italiani.

Il Governo – ha chiosato la compagnia dopo l’incontro – rimarrà deluso quando scoprirà che l’effetto di questo decreto sarà di avere trascinato mercato e consumatori indietro di decenni, quando volare era un privilegio per pochi”.Dalla parte di Urso si schierano i consumatori.

Secondo l’Unc, Ryanair accampa solo scuse “ridicole”: il decreto blocca i prezzi quando superano del 200% le tariffe medie, un rincaro “pari al triplo del costo del biglietto, che certo non scatterebbe in inverno ma semmai nei mesi estivi”, ha sottolineato il presidente Massimiliano Dona. “Il governo non deve cedere. Anzi, deve rilanciare” vietando l’uso degli algoritmi che modificano il prezzo di vendita a seconda della profilazione web dell’utente, “in ogni campo, sempre, senza se e senza ma, non solo per il settore aereo”.

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