Terminato il primo Consiglio dei Ministri dopo la pausa estiva. Il governo Meloni ha dato il via libera al Decreto legge Caivano, che inasprisce fortemente le pene dei reati commessi da minori. C’è una certezza: ll nuovo commissario straordinario sarà Fabio Ciciliano, che ha commentato «Mi impegnerò al massimo, c’è molto lavoro da fare ma io sono pronto. Ringrazio il governo e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni». Arriva anche la conferma del rinvio al 1 ottobre del 2024 del blocco delle vetture diesel Euro 5 in 76 Comuni del Piemonte.
Le misure rivedranno alcuni articoli del codice penale con l’obiettivo di offrire anche tutela alle vittime dei reati telematici. La stretta nel dettaglio prevede l’arresto per i minori dai 14 anni in flagranza di reato per spaccio e violenza a pubblico ufficiale. Ci sarà poi l’avviso orale del Questore dai 14 anni in su: se il minore è stato condannato (anche in via non definitiva) per delitti contro la persona, il patrimonio, armi o droga può arrivare il divieto di uso del cellulare. Prevista anche l’ammonizione del questore a partire dai 12 anni per reati che prevedono la reclusione fino a 5 anni, nonché una multa per i genitori dei minori ammoniti fino a 5 mila euro. Daspo urbano per risse, violenza e minacce anche senza querela della persona offesa.
Nel decreto Caivano compare anche un percorso più severo di reinserimento e rieducazione dei minori condannati, che prevede lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit oppure ancora attività a beneficio della comunità. Il tutto per una durata da uno a sei mesi. Per i genitori che “omettono senza giusto motivo di far impartire al figlio l’istruzione obbligatoria” ci sono fino a 2 anni di carcere. Sono state poi decise delle modifiche anche sulla rieducazione minorile. Il pubblico ministero notifica al minore e ai genitori, in caso di reati per cui è prevista una pena non superiore a 5 anni, deve notificare al minore e ai genitori l’istanza di definizione anticipata del procedimento. Ma a condizione che il minore “acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione che preveda lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit o lo svolgimento di altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo compreso da uno a sei mesi”.