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Tunisi nega l’ingresso a una missione di eurodeputati, Strasburgo condanna

Europarlamento chiede spiegazioni alle autorità tunisine

Strasburgo, 14 set. (askanews) – La delegazione ad hoc per la Tunisia della commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo ha rilasciato oggi a Strasburgo una dichiarazione in cui condanna le autorità tunisine per il rifiuto che hanno opposto all’ingresso nel Paese di una missione di eurodeputati. “Condanniamo la decisione delle autorità tunisine di rifiutare l’ingresso alla delegazione della commissione Affari esteri del Parlamento europeo e chiediamo spiegazioni dettagliate. Questa condotta non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011”, si legge nella dichiarazione.

“Continuiamo a essere pronti e a insistere per il dialogo sulle questioni cruciali – prosegue la dichiarazione -, e ricordiamo che questo Parlamento ha sempre approvato l’agenda globale di cooperazione, compreso il rafforzamento della democrazia e il sostegno finanziario, come concordato nell’Accordo di associazione Ue-Tunisia”.

“Rimaniamo convinti, come richiesto dall’Ue fin dal luglio 2021, che la terribile situazione economica e sociale in Tunisia, ulteriormente aggravata dalla crisi umanitaria, richieda urgentemente un dialogo nazionale globale, senza il quale le prospettive di uno sviluppo politico ed economico stabile in Tunisia rimangono cupe”, conclude la dichiarazione. La delegazione di eurodeputati che doveva recarsi in Tunisia era composta dal presidente della delegazione ad hoc, Michael Gahler (Ppe, tedesco) e da Dietmar Köster (S&D, tedesco), Salima Yenbou (Renew, Francese), Mounir Satouri (Verdi, Francese) ed Emmanuel Maurel (Sinistra, Francese).

Questa visita era prevista a seguito di una missione conoscitiva in Tunisia della commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo 0nell’aprile 2022, quando l’Assemblea aveva espresso preoccupazione per il regresso politico in corso in Tunisia sugli standard democratici e sui diritti umani.

“È molto grave che il Governo tunisino abbia negato l’ingresso nel Paese a una delegazione di eurodeputati della commissione Affari esteri. Non si possono firmare accordi e memorandum (che noi, a ragione, abbiamo contestato sin dall’inizio) e poi vietare l’ingresso ai rappresentati dell’Unione Europea”, ha commentato il capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, Brando Benifei, precisando che la missione degli eurodeputatu “avrebbe dovuto incontrare membri della società civile, sindacati, ed esponenti della maggioranza, ma ovviamente anche dell’opposizione politica al presidente Kais Saied”.

“Pretendiamo immediatamente una condanna da parte dei vertici delle istituzioni europee: non si può accettare un simile comportamento da parte del governo tunisino”, conclude Benifei. La leader del gruppo S&D, Iratxe García, ha annunciato da parte sua che solleciterà una dichiarazione della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo (composta dai capigruppo più la presidente dell’Assemblea) in cui si chieda l’immediata sospensione del Memorandum d’intesa tra Ue e Tunisia.

Iratxe García ha riferito anche che esorterà la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a sospendere immediatamente l’attuazione del Memorandum d’intesa. “Chiederò anche – ha annunciato in una nota – una valutazione della validità giuridica di questo accordo da parte dei servizi giuridici del Parlamento. Questa Assemblea ha sempre lavorato per la difesa dei diritti umani e deve agire su questa questione cruciale”.

Secondo la capogruppo S&D, “è tempo che il Ppe e il suo leader, Manfred Weber, riconoscano che questo Memorandum era un’idea sbagliata, se non illegale, fin dall’inizio, e la smettano di dire che si tratta di un modello da replicare”.

“La decisione delle autorità tunisine di negare l’ingresso della missione della commissione Affari esteri dimostra ciò che affermiamo sin dalla firma del Memorandum d’Intesa tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente tunisino Saied: esternalizzare la gestione della migrazione è un errore politico, e dare soldi a un regime autoritario che viola i diritti umani e reprime ogni oppositore va contro i nostri valori”, conclude Iratxe Garcia.

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