In realtà il titolo di questa piccola riflessione sarebbe dovuto essere più lungo, ma saremmo andati contro i parametri indicati per costruire un articolo in modo strutturalmente adeguato.
Il titolo sarebbe stato: Possiamo fare a meno di raccontare di un’influencer che voleva pagare una cena con foto e video e di un pizzaiolo che ci costruisce attorno un film? La risposta, almeno la mia personalissima, è si.
Ovviamente chi fa informazione ha il dovere di dare “respiro” alla propria utenza fornendo anche delle notizie di colore, perché non di gossip. Ma impegnare l’opinione pubblica nella diatriba tra un pizzaiolo famoso e un’influencer che non voleva pagare una cena pubblicando foto e video dei piatti, è utile per i lettori?
L’opinione pubblica, oggi possiamo chiamarla anche utenza, dovrebbe essere stimolata su questioni più serie come l’aumento indiscriminato della benzina, oppure l’emergenza sicurezza con i ragazzini che escono armati fino ai denti. Giusto per citarne un paio. Questo tipo di informazione che spinge il lettore a spegnere il cervello ha totalmente addormentato la coscienza critica del pubblico. In tanti sono ormai convinti che scrivendo un commento sui social hanno “risolto” il problema. Oggi, l’unico obiettivo che persegue buona parte dei mass media è quello dei numeri, accaparrandosi il bacino d’utenza dei contendenti di questi dissing social.
La morale di questa riflessione è che anche l’informazione sadda’ sape’ fa’…
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