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Il ranking delle università europee: il PoliMi è l’unico ateneo italiano tra le prime cinquanta

QS: La Sapienza, univ. Bologna e Padova tra le prime 100. Invece, come numero di atenei l’Italia è la quarta

Roma, 20 set. (askanews) – QS Quacquarelli Symonds ha pubblicato la prima classifica delle università europee, che valuta le università in base alla reputazione internazionale, alla quantità e impatto della ricercar prodotta, alle risorse dedicate all’insegnamento, all’internazionalizzazione e ai risultati occupazionali (metodologia). Sono elencate 688 istituzioni in 42 membri del Consiglio d’Europa, tra cui 106 università mai classificate in precedenza da QS: l’Italia si posiziona al quarto posto in Europa per numero di università (51), mentre il Politecnico di Milano si conferma il migliore ateneo italiano ottenendo il 47mo posto, dopo aver migliorato il proprio risultato nel recente QS World University Rankings. Il PoliMi è l’unico ateneo italiano a figurare tra le prime cinquanta, con la Sapienza (65mo posto), l’Università di Bologna (78) e l’Università di Padova (89) che si posizionano tra le prime cento.

In cima alla classifica c’è l’Università di Oxford, seguita dal Politecnico di Zurigo e dall’Università di Cambridge. Riguardo il numero di università classificate, il Regno Unito domina con 107 atenei nel ranking, seguito da Turchia (73), Germania (53), Italia (51) e Francia (50).

“Sebbene il Regno Unito domini la classifica, soprattutto grazie al rilievo globale di Oxbridge e all’influenza della ricerca prodotta, l’eccellenza permea l’intera regione europea”, ha dichiarato Ben Sowter, vicepresidente di QS: “I nostri dati evidenziano diversi punti di forza: dall’attrazione di talenti internazionali – docenti, ricercatori e studenti – alla creazione di potenti alleanze di ricerca e alla qualità dei laureati, apprezzati dai datori di lavoro internazionali”.

Nel QS Europe University Rankings, l’Italia si è distinta in vari aspetti, mostrando simultaneamente punti di eccellenza e margini di crescita.

– Reputazione Accademica: L’Italia brilla con un punteggio di 30.7, sovrastando notevolmente la media europea di 23.9. Questo sottolinea il riconoscimento e l’alta stima che le università italiane detengono a livello europeo nel campo accademico. Il punteggio si basa su un sondaggio di 144.000 docenti, ricercatori e altre rilevanti figure professionali in ambito Universitario. – Opinione dei Datori di Lavoro: Con un punteggio di 19.7, rispetto alla media europea di 24.9, emerge una necessità di rafforzare il legame tra università e settore professionale, assicurando che l’istruzione risponda efficacemente alle esigenze del mondo del lavoro. Il punteggio si basa su un sondaggio di 98.000 datori di lavoro internazionali. – Rapporto Docenti/Studenti: Un punteggio di 17.9, ben al di sotto della media europea di 42.7, potrebbe riflettere aule affollate e minori opportunità per un’interazione personalizzata tra studenti e docenti. – Attività di Ricerca: L’Italia si distingue per le citazioni per pubblicazione scientifica (27.1) e le pubblicazioni scientifiche per ricercatore (53.2), evidenziando una ricerca di qualità e un impatto notevole a livello accademico. – Rete di Ricerca Internazionale: Con un punteggio di 46.3, l’Italia dimostra di avere solide alleanze e collaborazioni a livello internazionale, superando ampiamente la media europea di 32.5. – Internazionalizzazione: I dati relativi alla proporzione di docenti e studenti internazionali (10.7 e 11.7, rispettivamente) sottolineano un’area in cui le università italiane potrebbero espandere ulteriormente la loro presenza e attrattività internazionale. – Mobilità Studentesca: Se da un lato l’Italia eccelle nel promuovere la mobilità degli studenti all’estero (49.7), dall’altro si colloca in linea con la media europea per quanto riguarda l’accoglienza di studenti stranieri (30.7). – Sostenibilità: Un punteggio di 47.2, molto al di sopra della media europea di 32, evidenzia l’impegno e l’attenzione delle università italiane verso pratiche sostenibili e responsabili. – Prospettive Occupazionali: Un punteggio di 20.8, in contrasto con la media europea di 41.4, suggerisce la necessità di riflettere su come migliorare l’inserimento lavorativo dei laureati italiani.

Per Jessica Turner, amministratore delegato di QS, “le università italiane si dimostrano solide e competitive in molti ambiti, ma esistono specifiche aree che potrebbero beneficiare di interventi mirati per garantire un’eccellenza complessiva e una maggiore armonizzazione con il contesto europeo”.

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