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La missione di Meloni all’Onu: “L’Italia non diventerà il campo profughi d’Europa”

“Non abbiamo la bacchetta magica ma avremo la meglio”

New York, 20 set. (askanews) – “Non permetterò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa”. È il messaggio che Giorgia Meloni lancia da New York, dove si è aperta la 78esima assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il tema dei migranti è al centro della missione italiana al Palazzo di Vetro. Lo testimoniano i bilaterali avuti finora: la premier ha incontrato questa mattina il presidente della Guinea Bissau Umaro Sissoco Embalò; il presidente della Repubblica del Senegal Macky Sall ed il presidente della Repubblica del Kenya William Samoei Ruto. Meloni ha visto anche il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Con i tre leader africani, ha riferito Palazzo Chigi, Meloni ha parlato della necessità di rafforzare il “contrasto al traffico di esseri umani, attraverso la promozione dello sviluppo economico di questi territori, mediante la pianificazione e la realizzazione congiunta di iniziative in settori strategici”. Più importante, però, il colloquio con Erdogan, dato che la Turchia è coinvolta sia per la gestione della rotta balcanica che in quella mediterranea. “La Turchia ha dato dei segnali di attenzione, ad esempio con i visti ma credo che si possa fare di più, credo anche sul fronte mediterraneo e in particolare sulla Libia”, ha detto Meloni parlando con i giornalisti a margine della deposizione di una corona di fiori alla statua di Cristoforo Colombo a Columbus Circle.

Proprio dalla Libia, in questi giorni, c’è stato un flusso rilevante di migranti. L’immigrazione dalla Libia era stata “tenuta sotto controllo” ma l’inondazione ha creato “una situazione difficile”. Il vero problema però è quello della Tunisia, anche per la difficoltà di rendere effettivo l’accordo siglato, su cui pesano le critiche e i dubbi della sinistra europea che – per Meloni – tenta di “minare un lavoro molto delicato, lungo e faticoso” che però è la “soluzione più sensata e dunque è importante che vada avanti”. Certo che l’Italia in questa fase sembra lasciata sola nella sua partita, con la Francia che “ha bloccato le frontiere, la Germania ha detto che non ricolloca, l’Austria ha detto che farà più controlli al Brennero” e anche le critiche dell”amico’ conservatore polacco Mateusz Morawicki al piano europeo di Ursula von der Leyen. “Campagna elettorale”, secondo Tajani, mentre per Meloni il primo ministro di Varsavia “faceva riferimento al patto di immigrazione e asilo. Se il tema è quello sono d’accordo, nel senso che la questione non è quella dei ricollocamenti ma come si fermano le partenze illegali”.

La situazione dell’immigrazione è “difficile” e il governo non ha la “bacchetta magica”, ma alla fine “avremo la meglio”, garantisce Meloni che è intervenuta all’Assemblea all’una di notte in Italia. Anche di fronte ai leader Meloni ha posto il tema dei migranti, chiedendo “un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite” perché “un’organizzazione come l’Onu, che è stata fondamentale per sconfiggere la schiavitù, non possa consentire il ritorno di quella barbarie sotto altre forme”.

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