Picchiati con una mazza da baseball, accoltellati in varie parti del corpo. È quanto accaduto il 26 marzo scorso a un uomo di Casoria (NAPOLI) e a suo figlio, vittime di una rissa nata dopo un’offesa nei confronti di una donna.
Oggi sono stati arrestati gli autori: si tratta di sei persone nei cui confronti il gip del tribunale di Napoli ha disposto la misura degli arresti domiciliari (per cinque indagati) e il carcere (per un soggetto) per i reati di rissa pluriaggravata e lesioni personali. Il provvedimento è stato eseguito dai militari della sezione operativa dei Carabinieri della compagnia di Casoria.
Le indagini partirono subito dopo le violenze. Nell’immediatezza dell’evento, la vittima aveva riferito ai carabinieri di essere stato aggredita, in seguito a un alterco avvenuto su una strada che congiunge i comuni di Casoria e Arzano, da quattro soggetti a lui noti. Poi aveva fornito una versione diversa, spiegando che l’aggressione ai danni suoi e del figlio era avvenuta nel comune di Melito di Napoli ed era stata perpetrata, per questioni di natura personale, da un solo soggetto, di cui aveva fornito le generalità esatte. Accertata, grazie alle intercettazione telefonica, la reale dinamica dell’evento.
Gli investigatori hanno scoperto la “sussistenza di un preesistente clima di conflittualità tra due opposte fazioni capeggiate rispettivamente dalla vittima e dal presunto autore dell’agguato. Tale situazione – spiega la procura di Napoli Nord in una nota – era sfociata, a causa di un affronto subito quella stessa mattina dalla moglie della vittima, nella violenta rissa oggetto dell’indagine, che aveva visto la partecipazione di più attori, tra i quali è stata acclarata la presenza di alcuni soggetti melitesi pluripregiudicati già implicati in passato in episodi analoghi“.
Già lo scorso 31 marzo, militari della compagnia di Casoria avevano eseguito un fermo a carico del presunto responsabile dell’aggressione, un uomo di 34 anni, già noto alle forze dell’ordine, con le accuse di tentato omicidio e lesioni personali aggravate. Quest’ultimo è in carcere, mentre gli altri cinque sono ai domiciliari.
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