Sono le 22.30 quando arriva una chiamata alla centrale operativa della compagnia carabinieri di Giugliano in Campania.
“Ho accoltellato mio padre e sto venendo in caserma”. La chiamata si interrompe e dopo una mezz’ora qualcuno suona al citofono della caserma.
È lui, l’uomo della telefonata, è un 39enne del posto. Dice di aver discusso pesantemente con suo padre e alla fine di averlo accoltellato all’addome.
L’uomo – verosimilmente provato per quanto accaduto – è assistito dal proprio avvocato di fiducia arrivato poco dopo.
Il 39enne fornisce anche indicazioni per far ritrovare il pugnale utilizzato e gettato poco prima in un cespuglio durante il tragitto.
I militari trovano e sequestrano una fodera con all’interno un coltello lungo complessivamente 35 centimetri probabilmente utilizzato per l’insano gesto e un manganello estendibile lungo 60 centimetri.
La vittima intanto è all’ospedale San Giuliano nel reparto chirurgia con una ferita profonda più di 10 centimetri.
Le indagini dei carabinieri della stazione di Giugliano – coordinati in quei minuti dal magistrato di turno della Procura di Napoli Nord – hanno permesso di accertare che il 39enne, dopo aver litigato con il padre per futili motivi, avrebbe preso il pugnale (uno di quelli in stile “Rambo”) dalla propria stanza per poi colpire la vittima con un fendente e fuggire. L’arrestato – deve rispondere di tentato omicidio – è stato trasferito in carcere.
La vittima sembra fuori pericolo, per ora una diagnosi di 30 giorni
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