Il governo israeliano e Hamas hanno concordato una pausa di quattro giorni nei combattimenti per consentire il rilascio graduale di 50 ostaggi detenuti a Gaza, in cambio di 150 prigionieri palestinesi in Israele e l’ingresso di aiuti umanitari nell’enclave assediata.
L’intesa riguarda da entrambe le parti la liberazione di donne e bambini. Si ritiene che Hamas detenga oltre 230 ostaggi, catturati quando i suoi miliziani hanno fatto irruzione nel Sud di Israele il 7 ottobre, uccidendo 1.200 persone. L’accordo, salutato da più parti con favore, è stato mediato in settimane di negoziati segreti da Qatar, Usa ed Egitto.
Washington ha fatto sapere che tra gli ostaggi da liberare ci sarebbero anche tre cittadini americani, tra cui una bambina di tre anni. Se attuata, l’intesa lascerebbe comunque circa 190 ostaggi a Gaza, di cui circa la metà si ritiene siano militari. Non tutti gli ostaggi sono detenuti da Hamas, alcuni sono nelle mani della Jihad islamica palestinese, una fazione estremista separata, e di altre bande criminali a Gaza. La maggior parte degli ostaggi sono israeliani, ma quasi la metà hanno doppia nazionalità, tra cui Argentina, Germania, America, Francia, Thailandia, Nepal e Russia. Gli ospedali in Israele sono già pronti ad accogliere le persone rilasciate, hanno riferito i media locali secondo cui il rilascio avverrà attraverso il valico di Rafah.
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