I giudici della quinta sezione della Corte di assise di appello di Napoli hanno ridotto ulteriormente la condanna per Gabriel Ippolito a 17 anni e sette mesi. L’imputato di 22 anni, nativo di Maddaloni, ma residente a Caivano, è accusato del delitto di Gennaro Leone, il boxeur 18enne ucciso con una coltellata alla coscia durante la movida a Caserta, il 28 agosto 2021.
Il procuratore generale aveva chiesto 19 anni e un mese, a fronte della condanna a 21 anni e un mese in primo grado. La Corte ha confermato l’impianto accusatorio dell’omicidio volontario, ma ha ritenuto di applicare le attenuanti generiche rideterminando la condanna e, dunque, riducendola. I giudici hanno preso 45 giorni per motivare la decisione.
«I familiari – spiega l’avvocato Alfredo Plini – sono delusi dalla ulteriore riduzione della pena, rispetto a quella avanzata dal procuratore generale. Siamo curiosi di conoscere il ragionamento dei giudici appena saranno depositate le motivazioni del verdetto».
La difesa del giovane di Caivano, premeva per la riapertura dibattimentale, in quanto ipotizzavano una responsabilità dei medici, anche nel ritardo dell’intervento di soccorso. Circostanza che avrebbe, di fatto, escluso un nesso fra l’accoltellamento e la morte del giovane che non fu immediata. Per i professionisti, il pubblico ministero aveva già trasmesso gli atti in Procura in primo grado.
Gennaro Leone era un pugile di categoria medio massimi, già tra le fila della nazionale giovanile. Quella notte di agosto sarebbe intervenuto per difendere un amico da alcuni aggressori. Gabriel Ippolito avrebbe colpito Gennaro Leone con due fendenti con il coltello che portava all’interno del marsupio. La coltellata rimediata alla coscia si rivelò fatale perché aveva reciso un’importante arteria e il 18enne morì qualche ora dopo in ospedale.
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