venerdì, Novembre 22, 2024
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Don Patriciello sull’arresto di ‘Sandokan’ Schiavone: “Con lui la storia sia spietata”

A ‘Sandokan’ Schiavone “io gli direi, indietro non si torna. Puoi chiedere perdono solo a Dio che è morto in croce anche per te e chiedere perdono a questo popolo a cui hai fatto tanto male”. Così a Repubblica il prete anti-camorra di Caivano don Maurizio Patriciello.

“Io sono un prete – aggiunge – e parlo da prete. Ma dal punto di vista storico nessuna clemenza. La storia deve essere spietata, com’è stato spietato il loro clan. Bisogna dire e raccontare ai posteri quello che è successo nei nostri territori, alla nostra gente, quello che noi abbiamo subito. Quanti funerali ho fatto a bambini, giovani mamme, giovani papà”.

“Schiavone – prosegue – potrebbe anche fare altre due cose. Restituire tutti soldi che hanno guadagnato con la violenza e la paura e che lui sicuramente sa dove sono occultati. Inoltre potrebbe raccontare tutto sui colletti bianchi che li hanno protetti. Ricordo quando incontrai il cugino, Carmine Schiavone.

Mi disse: senza la protezione dei colletti bianchi e della politica saremmo rimasti solo una banda di piccoli delinquenti di paese”.

“Se potessi incontrare Sandokan – dice ancora – lo farei subito. So che mi ritroverei davanti un uomo che ha fallito tutto nella vita e gli direi: ormai sei arrivato a 70 anni, sei entrato in un carcere a 44 anni e per 26 anni il tuo tempo lo hai passato in una piccola cella. Devi avere il coraggio di dire: io ho fallito tutto nella mia vita”.

“La sua potrebbe essere una mossa scaltra. Ma so anche che il Signore tocca il profondo del nostro cuore. Mi auguro che possa fare questo salto di qualità e passare da collaboratore di giustizia a un uomo veramente pentito davanti a Dio e davanti agli uomini”.

Il Prete anticamorra poi ha scritto una lettera indirizzata all’ex capo dei Casalesi:

“Adesso tocca a te, Francesco, prendi il coraggio a due mani e raccontaci tutto quel che sai. Immagino che già tanta gente, tanti colletti bianchi, stanno tremando. Aiutaci a estirpare la maledetta zizzania alla radice. Non aver paura. Sii forte. Sii uomo. La lettera che scrissi a tuo cugino terminava con un “Ti benedico”. Mi disse: «Sei stato l’unico a benedirmi, gli altri mi hanno sempre e solo maldetto»,« Ci credo, Carmine – risposi – l’avete combinata veramente grossa». Per quanto possa sembrarti strano, credi che anche tu sei amato da Dio. Che anche per te Gesù Cristo è morto. Apri il tuo cuore a lui. Non aver vergogna. Dagli la possibilità di raggiungerti e di perdonarti. E anche per te sarà finalmente Pasqua. Ti benedico, Francesco. Padre Maurizio Patriciello”

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