La Squadra Mobile di Napoli, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Economico-Finanziaria, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno arrestato il boss Patrizio Bosti e i figli Ettore Bosti e Flora Bosti e il genero Luca Esposito (marito dell’altra figlia Maria). Tutti accusati di associazione mafiosa, minacce, riciclaggio e autoriciclaggio.
In particolare al boss, che stava per essere scarcerato, viene contestato di aver approfittato di una breve scarcerazione di due anni fa (grazie a un calcolo errato nella definizione dei giorni da scontare) per riorganizzare la famiglia criminale dell’Alleanza di Secondigliano.
Gli investigatori avevano piazzate delle microspie nella sua abitazione di via Briganti al Vasto. E appena arrivato a casa Bosti avrebbe convocato il summit, dettando le regole da tenere nei rapporti con i nemici del clan Mazzarella.
Le indagini hanno permesso di accertare che due elementi apicali del clan, nonostante la detenzione in regime ex art. 41 bis O.P., avrebbero continuato a svolgere un ruolo strategico nel sodalizio affidando incarichi direttivi a soggetti di propria fiducia, decidendo una totale inversione delle linee strategiche del clan (fino a quel momento impostate su una sostanziale pax mafiosa con il contrapposto cartello dei Mazzarella), promuovendo reati fine tipici sia dell’ala “criminale” che di quella “imprenditoriale”, impartendo disposizioni volte ad indurre soggetti intranei e/o contigui a non collaborare con la giustizia, ovvero ad interrompere il percorso collaborativo, mantenendo rapporti con le altre consorterie criminali affiliate alla Alleanza di Secondigliano e, infine, dando
indicazioni in ordine alla distribuzione delle “mesate”.
Sulla base delle risultanze investigative, allo stato condivise dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, gli altri due destinatari del provvedimento avrebbero riciclato in società intestate a soggetti prestanome, operanti nei settori della gestione di rifiuti ferrosi, della telefonia e della locazione di immobili, i proventi di truffe perpetrate mediante la rivendita di orologi di lusso a cittadini extracomunitari. Contestualmente alle misure cautelari personali, sono state eseguite perquisizioni delegate nei confronti ulteriori 9 soggetti, in quanto possibili detentori di denaro contante o altri beni per conto degli indagati. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di due immobili intestati a prestanome e di somme di denaro pari a euro 353.709,95, quale profitto del reato di riciclaggio.
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