Emergono dettagli inquietanti dalle testimonianze dei funzionari Arpac nel processo sui rifiuti interrati nel territorio di Casal di Principe, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
A quanto pare i rifiuti interrati al di sotto dello stadio di Casal di Principe avrebbero contaminato le falde acquifero, mettendo così a rischio la salute della popolazione. Nel processo sono diversi gli impuntati, tutte figure importanti del clan camorristico dei casalesi come Walter Schiavone, fratello del capoclan «Sandokan».
Il processo nacque nel 2014, quando dopo alcune dichiarazioni di pentiti, la DDA di Napoli ordinò degli scavai nei pressi dello stadio comunale di Casal di Principe, qui fu purtroppo confermata la presenza di circa 150mila metri cubi di rifiuti pericolosi interrati.
“Gli scavi sono stati effettuati a 5 metri di profondità, e successivamente sono subentrati i sondaggi dove è stato campionato il suolo” ha riferito il tecnico Arpac, che ha proseguito spiegando che “dai prelievi è emerso che si trattava di rifiuti pericolosi come l’amianto, oltre che rifiuti di demolizione e fanghi di depurazione stratificatisi nel corso degli anni; una falda superficiale era a meno di 7 metri di profondità, mentre degli strati di rifiuti sono stati rinvenuti con uno scavo profondo 13 metri; è emerso poi che la stratificazione dei materiali aveva creato un avvallamento di circa 20 metri di spessore“.
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