mercoledì, Settembre 25, 2024
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La Cappella Sansevero partecipa alle Giornate Europee del Patrimonio

Il Museo Cappella Sansevero partecipa alle Giornate Europee del Patrimonio 2024, in programma il 28 e 29 settembre, con un’iniziativa speciale che rende omaggio alla tradizione interculturale e al pensiero progressista del VII principe di Sansevero.

In linea con il tema scelto dalle GEP per l’edizione di quest’anno, Patrimonio in cammino, il museo esporrà eccezionalmente l’edizione originale della Lettera Apologetica, principale opera letteraria di Raimondo di Sangro.

Per l’occasione il Museo Cappella Sansevero, come avviene ormai da diverse edizioni delle Giornate Europee del Patrimonio, si impegna anche in un progetto di solidarietà culturale. Quest’anno, una parte del ricavato della giornata del 28 settembre (nella misura di 1,00 € per ogni visitatore pagante) sarà devoluta all’Archivio di Stato di Napoli per sostenere il restauro di una serie di disegni storici provenienti dai protocolli notarili del XVI, XVII, XVIII e XIX secolo. Si tratta di disegni a contorno o acquerellati che raffigurano monumenti e scorci della città di Napoli e che accompagnavano atti di compravendita o contratti per la commissione di lavori. Un patrimonio unico che merita di essere tutelato per le generazioni future.

L’edizione di quest’anno delle Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa, ruota attorno al tema Patrimonio in cammino, scelto dal Consiglio d’Europa e condiviso dai Paesi aderenti alla manifestazione, un invito a esplorare le tracce delle interazioni tra diverse culture che hanno contribuito alla formazione della nostra identità.

La Lettera Apologetica dell’Esercitato accademico della Crusca contenente la difesa del libro intitolato Lettere d’una Peruana per rispetto alla supposizione de’ quipu scritta alla Duchessa di S**** e dalla medesima fatta pubblicare, interpreta al meglio questo tema, attestando la modernità di pensiero del principe e la sua apertura verso civiltà extra europee. Attraverso la Lettera Apologetica, Raimondo di Sangro rivela una mente cosmopolita e anticonformista, curiosa di esplorare la cultura e le usanze di popoli lontani, con l’intento di promuovere un dialogo interculturale già nel XVIII secolo.

Uscita dalla stamperia privata del principe all’inizio del 1751, la Lettera si presenta come un’apologia di un antico sistema comunicativo degli Incas: i quipu, ossia dei nodi fatti con cordicelle colorate a cui attribuisce dignità di scrittura.

Nel libro il principe Raimondo di Sangro, che si firma con il nome da accademico della Crusca, “Esercitato”, coglie l’occasione per far trapelare il suo punto di vista poco ortodosso su diversi temi, dal miracolo di San Gennaro all’origine del mondo e dell’uomo, guadagnandosi la fama di pensatore irriverente e libertino, tanto che l’opera fu condannata dalla Chiesa come “una sentina di tutte le eresie” e messa all’Indice dei libri proibiti.

La Lettera Apologetica non è solo un’opera erudita sui quipu, ma rappresenta una critica sottile ai limiti della cultura dominante europea. Attraverso lo studio di questo sistema peruviano, il principe di Sansevero vuole sostenere che diversità culturale non significa arretratezza. Di Sangro rifiutava la visione degli Incas come “selvaggi”, proponendo invece una prospettiva alternativa, nel segno del relativismo culturale che allora cominciava a muovere i primi passi proprio grazie a opere come questa.

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