I clan De Micco e De Martino hanno gestito “in modalità monopolistica, il racket degli alloggi popolari“. È quanto emerso dall’inchiesta sulle due cosche, attive nel quartiere napoletano di Ponticelli, che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 60 persone per i reati, contestati a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione.
I due gruppi, viene specificato in una nota stampa, hanno dimostrato una efficace “capacità di affidare le abitazioni a persone compiacenti e dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro“. La pervasività del clan, in questo settore, “si esprimeva anche nella gestione delle attività di pulizia dei comprensori popolari di Ponticelli, affidati ad affiliati ai quali gli inquilini erano costretti a rivolgersi“. Numerose infatti le minacce documentate nei confronti degli abitanti degli stabili in parola, obbligati dal clan a versare quote di denaro a rappresentanti delle ditte referenti del clan.
Documentate anche numerose condotte estorsive portate avanti con la tecnica del “cavallo di ritorno”; alcuni indagati, infatti, erano dediti al furto di auto e motoveicoli che, successivamente venivano restituiti ai legittimi proprietari solo dietro il pagamento di ingenti somme di denaro.
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