giovedì, Dicembre 26, 2024
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Le sagre del “caos”, tradizione sopraffatta dalla mondanità

Ottobre e novembre in Campania sono i mesi in cui si svolgono decine di sagre che dovrebbero avere come protagonisti indiscusso i prodotti tipici locali come: castagne, funghi, carne di tutti i tipi, formaggi e vini. In realtà il protagonista assoluto è soltanto il caos.

Quest’articolo non è diretto contro un singolo evento, ci mancherebbe, oramai il problema è generalizzato. Orde di individui prendono possesso dei piccoli borghi del casertano, del Sannio, dell’Irpinia e del salernitano trasformandoli in succursali di Mykonos, Ksamil o Ibiza. Una follia totale.

Nei week end di sagra, il tempo per raggiungere queste località aumenta esponenzialmente, si arriva anche a 3/4 ore per coprire distanze che normalmente richiedono poco più di un’ora. Con il rischio tra l’altro di non trovare parcheggio o addirittura le strade chiuse perché si è già abbondantemente raggiunta la “capienza” massima. Anche attraverso i video pubblicati sui social si vedono tanti borghi campani completamente congestionati dove piazze e stradine si bloccano e non ci si può muovere.

Questo turismo di massa è spinto e mosso da un mix di fattori, stiamo parlando dello sballo e della mondanità. Il primo è garantito dalla possibilità di acquistare grande quantità di alcolici a prezzi economici, il secondo fattore è quello di mostrare al “mondo virtuale” di essere stato in tale luogo che in questo determinato rappresenta praticamente uno status symbol.

Una chiave di lettura che mette totalmente da parte il reale motivo per cui esistono le sagre, ovvero promuovere i prodotti locali e tipici di quel determinato territorio. Difficilmente questo tipo di “forestiero” tornerà a casa con castagne, funghi, salsicce di cinghiale, pasta fresca e formaggi. Ma si ritirerà solo con un tasso alcolemico non indifferente e diversi giga di materiale multimediale (di dubbio gusto) per mostrare al mondo social la sua presenza.

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