Era il provvedimento simbolo del governo Meloni per aiutare i giovani che crescono nei quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato smontato dallo stesso governo nella manovra economica.
Nel decreto Caivano erano stati inseriti 40 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica, a testimoniare l’attenzione dell’esecutivo a difesa di bambini e ragazzi prede della violenza di strada. E invece, proprio nelle stesse ore nelle quali si registra l’ennesimo omicidio di un ragazzo a Napoli, si scopre che nella legge di bilancio quel fondo “è stato ridotto a poco più di 10 milioni”.
Tagli che stridono non solo con gli annunci fatti ai tempi del decreto Caivano, che prende il nome dal Comune dove avvenne una violenza sessuale a due cugine minorenni, ma anche con le cronache di questi giorni: «Una scelta che dimostra la volontà del governo di azzerare gli investimenti in istruzione e di considerare il Sud un peso», dicono Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. «L’ennesimo omicidio invece dimostra che abbiamo bisogno di un piano straordinario per assumere più assistenti sociali e maestri», dice Sandro Ruotolo della segreteria del Pd.
Il centrodestra invece attacca i dem: «Il finto buonismo della sinistra alla guida di Napoli e della Campania sono i fattori che hanno contribuito alla deriva», dice Saverino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. FdI esalta ancora il decreto Caivano: «Con questa azione abbiamo posto le basi per recuperare tanti ragazzi», dice il senatore Sergio Rastrelli. Ma in bilancio quel decreto è stato in parte svuotato.
FONTE Repubblica.it