Da giovedì 5 a sabato 7 dicembre, alle ore 20:45, Enzo Decaro e Nunzia Schiano saranno in scena con “L’avaro immaginario. In Viaggio verso Moliere, da Napoli a Parigi”.
La commedia, scritta e diretta dallo stesso Decaro, è un viaggio nel teatro di Molière e nel Seicento, un secolo pieno di guerre, epidemie, di profonde intuizioni e illuminazioni. Ma è anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno e la sua Compagnia di famiglia, quella dei Fratelli dè Bruno da Nola, (discendenti del grande filosofo Giordano Bruno). Una vera “carretta dei comici” che va verso Parigi, verso il teatro e fugge da una terribile epidemia. Lungo il percorso, quando “la Compagnia” arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il “carretto viaggiante” diventa palcoscenico e “si fa il Teatro”.
Col “teatro” si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della famiglia teatrale si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale, già cucinato, offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, manco a dirlo, delle opere di Molière. “L’Avaro” e “Il Malato Immaginario” sono i cavalli di battaglia di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattati al luogo e agli astanti.
In scena con Decaro e Schiano, Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Fabiana Russo, Ingrid Sansone. La produzione è I due della città del sole.
Come dichiara lo stesso Decaro «Il progetto nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla constatazione che, a un certo punto della loro carriera, i De Filippo (Peppino e Luigi in particolare) hanno sentito l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo, rimasto forse nel suo genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. A riprova, il fatto che, dopo oltre quattro secoli, in occasione della recente ricorrenza del quattrocentenario dalla nascita, si son tenute ovunque celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata “comédie humaine”.
In particolare, “L’Avaro” e “Il Malato immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero sottile».
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