lunedì, Gennaio 27, 2025
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La protesta dei Magistrati – L’approfondimento dell’Avvocato

di Margherita Morelli – Avvocato e Vice Presidente per la formazione ed educazione della ENALJ (European Network of Associations of Lay Judges)

La separazione delle carriere non è una priorità in un sistema giudiziario al collasso, in cui gli avvocati sono stati espulsi dai Tribunali, la giustizia è denegata perché ogni giorno è stritolata da una tecnologia esasperante e inadeguata che burocratizza i processi e li rende impraticabili, tra riforme insulse che più che curare il malato mirano ad eliminarlo, costi esorbitanti, orpelli, balzelli e mettiamoci pure sentenze talvolta, sgangherate tra copia e incolla sciatti e inopinati perché non si capisce più chi le scrive.

La fiducia nelle Istituzioni si perde quando la giustizia collassa.

A volte, le riforme sono anche pregne di ideologia ma si vestono di necessaria priorità come quella per cui oggi, i magistrati protestano e che non hanno alcun valore pratico perché anche se il percorso e’il medesimo, le strade della magistratura requirente e di quella giudicante, con l’introduzione del processo accusatorio, sono state comunque, destinate a dividersi

E non ho esperienza, per quanto mi riguarda, di situazioni in cui un giudice terzo si sia fatto influenzare da un pubblico ministero.

Però, a volte le colpe di certe scelte politiche sono anche a carico di chi le subisce.

Per troppo tempo la Costituzione è stata resa orfana da quegli stessi che sono chiamati ad applicarla in uno alle leggi dello Stato, quando si elevano a privilegi intoccabili i principi di autonomia, indipendenza e libertà che trovano il loro fondamento nelle medesima Carta che viene oggi elevata, nelle corti di appello, come simbolo di libertà e democrazia.

Il rispetto delle regole scritte nella Costituzione si esige e si pratica come di quelle scritte nelle sentenze delle Corti Internazionali e della Corte di Giustizia che spesso restano neglette e disapplicate.

Anche i magistrati hanno diritto di protestare e hanno ragione a farlo quando si toccano i principi costituzionali finché restano scritti nella Carta perché la magistratura è l’Istituzione posta a tutela dello stato di diritto e resta il principale baluardo di ogni democrazia.

Tuttavia, le proteste a senso unico o alternato, non sono mai credibili quando altri principi scritti nella Costituzione restano spesso orfani di quegli stessi genitori che poi pretendono giustamente, di farla rispettare.

Si potrebbe aggiungere anche che ci sono ancora troppi magistrati fuori ruolo che sono sottratti alla loro funzione e che scrivono le leggi e le applicano pure, con buona pace del principio della separazione dei poteri come ispirato dall’ ideale liberale di Montesquieu.

La questione non è nel metodo ma nel merito che non può essere solo fondato sul gradimento di una parte della magistratura.

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