Dal 1997 al 2023 la Campania si piazza al primo posto in Italia per i reati ambientali, con 117.919 episodi, seguita da Calabria, la Sicilia e la Puglia. Le quattro regioni dove sono tradizionalmente più presenti e radicate le mafie rappresentano da sole il 45,7% del totale nazionale.
È la fotografia scattata da Legambiente, che presenta a Napoli il consueto Rapporto Ecomafie, a 30 anni di distanza dalla prima rilevazione. Sono 35.487 i reati ambientali accertati nel Paese nel 2023, +15,6% rispetto all’anno precedente. Aumenta il numero delle persone denunciate (+30,6%), quello degli arresti (+43%) e dei sequestri (+19%). In crescita i reati connessi al ciclo del cemento (+6,5%), dalle cave abusive a quelle illegali, che rappresentano il 36,7% di tutti i reati contro l’ambiente. Sono 9.309 i reati legati alla gestione del ciclo dei rifiuti (+66,1%), una crescita dovuta anche ai maggiori controlli effettuati nel 2023 (+60,8%). Cresce il numero delle persone denunciate (10.708, +75,9%) e di quelle arrestate, che sono state 247, con un +162,7% sulla precedente rilevazione. In Campania nel 2023 sono stati accertati 4.952 reati, il 14% del totale nazionale, in aumento del +23,2%. Napoli e’ la maglia nera tra le province italiane, con 4.643 persone denunciate, in crescita del 38,2%, e 1.241 sequestri, con un incremento rispetto al 2022 del +24,7%. Guardando al periodo 1997-2023, Legambiente segnala che, in Campania, e’ stato commesso un reato ogni due ore, per un totale di 117.919 illeciti ambientali, pari al 15% del dato nazionale.
Quasi 100mila le persone denunciate e 34mila i sequestri effettuati. Nelle filiere analizzate dall’associazione, insieme a imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 230 i clan attivi, che hanno provato a trarre benefici dal ciclo del cemento e dei rifiuti, dai traffici di animali, dallo sfruttamento delle energie rinnovabili e dalla distorsione dell’economia circolare.
“In 30 anni di lavoro – dice il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – siamo riusciti a far inserire nel Codice penale i delitti contro l’ambiente e quelli contro il patrimonio culturale, ma c’è ancora molto da fare. Serve semplificare gli abbattimenti degli ecomostri, ampliando il potere dei prefetti; è urgente l’inserimento nel Codice penale dei delitti delle agromafie e di quelli contro gli animali; l’approvazione dei decreti attuativi della legge sul Sistema nazionale di protezione dell’ambiente, per rendere sempre più efficaci i controlli delle Arpa. Ne gioverebbero molto la salute delle persone, degli ecosistemi e quella delle imprese sane che continuano ad essere minacciate dalla concorrenza sleale praticata da ecofurbi, ecocriminali ed ecomafiosi”.
La Campania, inoltre, è maglia nera per i reati connessi al ciclo dei rifiuti per il periodo 2002-2023. Nel periodo considerato, in Campania sono stati accertati 22.400 reati, con 21.635 persone denunciate e arrestate e 10.252 sequestri effettuati. Sono 87 le inchieste condotte dalle procure della regione, pari al 13,9% del totale nazionale, con 594 ordinanze di custodia cautelare, 844 persone denunciate e 246 aziende coinvolte. A queste si aggiungono le 80 inchieste avviate in altre regioni e che hanno interessato la Campania. Tra il 2002 e il 2023 sono state sequestrate 8,8 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 14,5% del totale nazionale. In occasione della presentazione del rapporto, Legambiente dedica un focus alla Terra dei fuochi e alla sentenza della Corte europea dei diritti umani.
“Sono trascorsi ventidue anni – fa notare Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – da quando abbiamo coniato il termine ‘Terra dei fuochi’ nelle pagine del Rapporto Ecomafia. La pronuncia della Cedu rappresenta una svolta fondamentale, perché si tratta di una sentenza pilota, che impone un cambio di rotta per un territorio troppo a lungo abbandonato e vittima di ingiustizie ambientali e sociali”.
Alla luce del decreto che prevede la nomina del commissario per la Terra dei fuochi, Legambiente chiede di “definire subito un fondo straordinario, con nuove risorse rispetto a quelle già disponibili, per le bonifiche. È necessario che si lavori con celerità – sottolinea Imparato – per far partire le bonifiche in questi territori feriti per troppi anni dagli ecomafiosi e dai trafficanti di rifiuti”.
Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Tik Tok e Instagram!