“Sta crollando tutto”, “aiutatemi” sono state le prime grida degli abitanti di Sagaing e Mandalay,le città del Myanmar più colpite dal terremoto del 7.7 con epicentro nel Paese e conseguenze in tutta la regione, dalla Thailandia alla Cina sud occidentale.
Come riportano i media locali e internazionali, su tutto ha prevalso la richiesta di soccorsi, resi difficili dall’inagibilità delle strade e dei sistemi di comunicazione, e lo sconcerto per la potenza delle scosse, nonostante non siano rare in quest’area del mondo.
Dall’interno degli edifici pubblici, delle stazioni e degli aeroporti la gente si è riversata all’esterno, rischiando resse mortali, mentre i responsabili invitavano a non correre e a prestare attenzione.
Il Bangkok Post riporta alcune tragiche testimonianze dall’ospedale di Naypytaw, anch’esso danneggiato dal sisma, dove è continuo il flusso di feriti. “Sono arrivati molti feriti, non avevo mai visto niente del genere prima” – ha detto un medico dell’ospedale all’Afp -. “Stiamo cercando di gestire la situazione. Sono esausto”. “Temo che siano state perse molte vite. Non abbiamo mai assistito a un terremoto con un impatto così devastante prima“, ha detto un dirigente di polizia di Bangkok.
La giunta militare al potere in Birmania ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale perché intervenga con aiuti umanitari dopo il terremoto di magnitudo di 7.7 e quello successivo di 6.4. Lo stato d’emergenza è stato dichiarato in sei regioni del Paese. Il capo della giunta, Min Aung Hlaing è arrivato in visita all’ospedale della capitale Naypyidaw, dove ci sono feriti “in massa”.
Al momento non risultano italiani coinvolti, in Myanmar sono circa un centinaio mentre in Thailandia 7mila. La Farnesina è al lavoro nonostante le comunicazioni siamo difficili.
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