Il pestaggio è scattato la notte del 1° febbraio scorso all’interno di un locale del quartiere Chiaia a NAPOLI perché la vittima aveva fatto notare al branco che bisognava rispettare la fila per andare in bagno.
Un motivo futile, che avrebbe scatenato la furia di cinque giovani, mentre un sesto – appena maggiorenne – ha estratto una pistola dal giubbotto e ha esploso colpi di pistola in aria. Scene da far-west nella movida di Chiaia, in una vicenda ricostruita con difficoltà anche a causa dell’omertà dei gestori del locale: una donna di 37 anni, per paura, avrebbe cancellato le immagini di videosorveglianza ed è indagata per favoreggiamento.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di NAPOLI, sono state svolte dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri NAPOLI – Bagnoli, hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda. Dopo il rimprovero, lo studente è stato accerchiato e colpito alla testa 4 volte con il calcio di un pistola da un 22 enne.
Caduto a terra, il primo ad accanirsi sarebbe stato un altro ragazzo non ancora 20enne all’epoca dei fatti, che con calci al volto e alla testa avrebbe fatto perdere i sensi al giovane studente.
Infine, altri 3 complici – indagati a piede libero – si sarebbero accaniti con calci in testa e al volto contro la vittima ormai priva di sensi.
Nel violento pestaggio, lo studente è stato “sfregiato” e ha riportato segni permanenti al volto. Usciti dal locale, un 18enne, il più giovane del branco, avrebbe estratto la pistola ed effettuato una “stesa” tra i vicoli di Chiaia, creando il panico tra i giovani della movida e mettendo in fuga almeno 50 ragazzi.
I primi due sono indagati per lesioni aggravate dal metodo mafioso, mentre il 18enne è ritenuto gravemente indiziato del delitto di pubblica intimidazione con uso di armi anch’esso aggravato dal metodo mafioso. I tre sono finiti in carcere.
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