domenica, Aprile 27, 2025
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Napoli: truffa su crediti d’imposta, sequestro da 347 mln a 39 società. Perquisizioni a commercialisti di Casoria

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, per l’ammontare di 347 milioni di euro di crediti nei confronti di 39 società, ubicate principalmente tra le province di Napoli e Caserta, nonché a numerose perquisizioni nei confronti di alcuni commercialisti tra Casoria e le province di Roma e Milano.

In particolare, dalle indagini condotte dai finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore, è emerso che alcune società, già raggiunte da provvedimenti di sequestro di crediti per investimenti nel mezzogiorno mai sostenuti, avevano trasmesso numerose dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate, comunicando la disponibilità di ulteriori crediti derivanti dalla trasformazione di presunte attività da imposte anticipate in crediti fiscali, sfruttando illecitamente le agevolazioni introdotte dal Governo col decreto 34/2019 c.d. “Crescita Italia”.

La norma, nel dettaglio, prevede la possibilità di trasformare, in credito di imposta le perdite fiscali accumulate nel tempo e non ancora portate in deduzione del reddito, ovvero le eccedenze ACE, anch’esse non fruite, nella misura del 20% di eventuali crediti deteriorati ceduti a terzi entro la data del 31 dicembre 2020, termine poi prorogato, mediante applicazione dell’aliquota IRES.

L’importo che ne deriva, costituente il credito da DTA, può essere fruito in compensazione delle imposte dovute, ceduto a terzi o richiesto a rimborso all’Agenzia delle Entrate.Le Fiamme Gialle, partendo dai requisiti dettati dalla norma, hanno ricostruito la falsità dei dati indicati nelle dichiarazioni, non avendo le società accumulato, nel tempo, eccedenze di aiuti alla crescita economica o perdite fiscali per importi compatibili con i crediti, milionari, indicati nelle rispettive dichiarazioni.

Al termine delle ricostruzioni, i finanzieri hanno cosi individuato 39 società che risultavano detenere, a vario titolo, crediti da imposte anticipate (cosiddette DTA – deferred tax assets) per un ammontare complessivo pari a 328,5 milioni di euro e crediti per 18,5 milioni di euro derivanti da presunti investimenti nel mezzogiorno di fatto mai eseguiti, pervenendo al sequestro di dette somme anche nei confronti dei successivi cessionari che avevano indebitamente ricevuto parte delle illecite risorse.

La ricostruzione dei flussi creditizi illeciti, infatti, ha consentito di individuare anche due società “veicolo”, una società di capitali e un fondo comune di investimento lussemburghese, con sede secondaria in Italia, che hanno ricevuto 129 milioni di euro di crediti da parte di alcune società coinvolte nella frode, negoziando parte di dette risorse con ulteriori soggetti, per trarne un indebito profitto.

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