venerdì, Novembre 22, 2024
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Radio Radicale, sfuma anche l’ultima possibilità di salvataggio

Ore decisive per il destino di Radio Radicale: scadeva oggi la convenzione dello Stato e il governo, dopo i tagli per il settore dell’Editoria, ha deciso di non prorogare i termini.

L’emendamento firmato dall’On. Massimiliano Capitanio della Lega che chiedeva una proroga di 6 mesi della convenzione con Radio Radicale (con una copertura di 3,5 milioni di euro) rientra infatti tra i 540 gli emendamenti al Dl crescita, sui 1.275 presentati, attualmente non ammessi all’esame dai presidenti delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.

Contro lo stop alla convenzione con Radio Radicale si erano espressi lo stesso Luigi Di Maio e il senatore grillino Primo di Nicola, tuttavia sono le opposizioni a unirsi in difesa della storica emittente radiofonica che da 40 anni trasmette le sedute del Parlamento e le udienze dalle aule di giustizia.  Tutti i partiti che siedono all’opposizione, ma anche la stessa Lega, hanno annunciato di presentare ricorso contro la decisone dei presidenti delle commissioni, Ruocco (M5S) e Borghi (Lega).

Bonino: “Vicenda incomprensibile”

Sulla vicenda non poteva non intervenire prima fra tutte Emma Bonino, storica leader radicale e protagonista con Marco Pannella di tante battaglie civili.

“Quella di Radio Radicale è una vicenda incomprensibile”, dice Bonino. “Comprensibile solo dal punto di vista politico, cioè l’idea di mettere in difficoltà le voci non proprio plaudenti o conniventi con l’andazzo che sta andando avanti, un tentativo che si vuole fare anche con il Manifesto o Avvenire. È l’espressione di un’intolleranza preoccupante”.

La leader di Più Europa ha poi tenuto a salutare Roberto Giachetti in sciopero proprio per chiedere il rinnovo della convenzione con Radio Radicale.

Giachetti  non rinuncia allo sciopero della sete

Lo stesso Giachetti, pur ricoverato in ospedale dopo 83 ore di sciopero della fame e della sete, ha annunciato di andare avanti con la sua protesta.

“Vado avanti” con lo sciopero della fame e della sete “perché sono ore decisive per Radio Radicale. Ringrazio moltissimo” coloro che hanno espresso vicinanza e solidarietà all’iniziativa intrapresa, “però è del tutto evidente che non si può interrompere” lo sciopero “perché le persone sono legittimamente preoccupate per me”.

Zingaretti: “Un altro segnale brutto”

Sempre da sinistra, si fa sentire anche la voce del segretario del PD Nicola Zingaretti. Per lui,  questo è:

“un altro segnale delle cose brutte che accadono nel nostro paese”.  Il Presidente della regione Lazio dunque ha aggiunto: “Noi ci siamo opposti con tutte le nostre forze”, “sono segnali di distrazione rispetto al pluralismo dell’informazione che si ripetono e stanno diventando francamente troppi”.

Brunetta: ” Il servizio pubblico va tutelato”

Le polemiche però non mancano neanche nel centrodestra.

“È inaccettabile che venga messa a tacere la libertà informazione – ha twittato Renato Brunetta, deputato di Forza Italia ed ex ministro – Il servizio pubblico va tutelato per permettere ai cittadini di conoscere e di partecipare alla vita pubblica. Difendiamo la democrazia, Salviamo Radio Radicale!”.

A più di un mese dalla morte dello storico conduttore e direttore della radio, Massimo Bordin sembra però essere sfumata anche l’ultima chance di salvataggio per Radio Radicale e i suoi dipendenti che, da giugno – secondo annunciato dal direttore Alessio Falconio – non potranno essere pagati.

 

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