venerdì, Novembre 22, 2024
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Sono campane le due ingegnere vincitrici del premio HTC

Le due giovani ingegnere campane Michela D’Antò e Federica Caracò sono le vincitrici del Primo Premio assoluto dell’Health Technology Challenge (HTC). Le geniali ingegnere, superando la concorrenza di ben 162 progetti, hanno elaborato un algoritmo che permetterà di effettuare le Tac a dosi ridotte.

Il premio è stato consegnato durante il XIX Congresso dell’Associazione Nazionale Degli Ingegneri Clinic, che si è svolto a Catanzaro.

L’Health Technology Challenge

L’Health Technology Challenge è un’iniziativa per dare spazio alla presentazione di esperienze e soluzioni innovative per i tanti piccoli e grandi problemi della sanità che ancora sembrano insormontabili. Il premio indipendente istituito nel 2018 ha registrato, nella seconda edizione, l’arrivo di 162 progetti da tutta Italia.

Un numero che rappresenta una significativa conferma per la nostra iniziativa – commenta Lorenzo Leogrande, presidente AIIC – “Crediamo che la necessità di condividere e confrontare i tanti progetti esistenti ed emergenti nel mondo dell’innovazione tecnologica healthcare sia una valore per tutto il Sistema sanitario, soprattutto quando queste proposte sono frutto della collaborazione tra i nostri ingegneri clinici e biomedici, il mondo della ricerca universitaria e le tante start up che sono una miniera di intuizioni concrete che rispondono a problematiche reali»

Il Progetto

Le brillanti menti di Napoli, Michela D’Antò, della Fondazione G. Pascale e Federica Caracò. dell’Università degli studi Federico II, hanno ottenuto il massimo punteggio della giuria tecnica e popolare con il progetto “Valutazione di un protocollo per la verifica delle funzionalità di un sistema di riduzione della dose installato su tomografi assiali computerizzati”. Si stima che in Italia su oltre 40 milioni di esami radiologici effettuati ogni anno, circa il 44% sia prescritto in modo inappropriato o non sia assolutamente necessario. I malati oncologici sono i più esposti a queste radiazioni. Nel loro progetto hanno verificato l’efficacia di un protocollo per poter garantire una buona qualità di immagini da una Tac, con maggior sicurezza per i pazienti, riducendo del 40-60% la dose di radiazioni.

Tali risultati” – hanno affermato le vincitrici – “dimostrano l’importanza dell’aggiornamento delle tecnologie esistenti per migliorare le prestazioni degli strumenti radiologici nell’ottica di assicurare al paziente prestazioni più accurate e minimizzando i rischi possibili derivanti dall’esposizione a radiazioni ionizzanti”.

Queste due ragazze, orgoglio partenopeo, tramite il loro stupefacente potenziale hanno ottenuto una piccola rivincita per la tanto criticata nuova generazione, che più che mai mostra i suoi frutti.

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