“Napoli ha bisogno, sì di tanti Carabinieri, ma soprattutto di tantissime maestre elementari. Ha bisogno di normalità, di essere ricambiata dell’amore che dà.”
Con queste parole il generale Vittorio Tomasone ha concluso il suo discorso lo scorso 5 giugno per il 205º anniversario dell’Arma dei Carabinieri. Inaugurata dal Messaggio del Presidente della Repubblica, la cerimonia è stata celebrata nella storica caserma Salvo D’Acquisto di Napoli, alla presenza di autorità religiose, civili e militari.
Tra i vari interventi colpisce quello del generale Tomasone per aver rimarcato il concetto dell’importanza della figura dei maestri e dell’educazione scolastica nel prevenire la criminalità a Napoli. Il territorio partenopeo rappresenta infatti una realtà complessa in cui sono presenti fenomeni di devianza giovanile, che spesso sfociano in atti criminali. Oltre a perseguire i colpevoli, è importante quindi prevenire il comportamento deviante e la criminalità.
Nel suo discorso, il generale Tomasone ha sottolineato l’importanza che i maestri hanno in tale compito: essi sono i primi a promuovere “quella prima fioritura intellettuale su cui poi ciascuno edifica il proprio futuro.” Così infatti affermava anche la pedagogista Elisa Frauenfelder, ex docente dell’Università di Napoli Federico II e Presidente del Corso di Laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria dell’Università Suor Orsola Benincasa, deceduta il 31 dicembre 2017.
I maestri sono quindi da considerare i professionisti del futuro e bisogna rivalutare positivamente il loro ruolo nella formazione dei bambini, così come quello dei professori nella crescita di un ragazzo.
“Napoli ha bisogno soprattutto di tante maestre” è una dichiarazione che rievoca anche quella dello scrittore Gesualdo Bufalino (1920-1996), vincitore del premio Strega nel 1988. Egli affermava infatti che “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”, sottolineando l’importanza della cultura nella lotta contro la criminalità.
Significativo è il congedo di “Chiuso per lutto”, poesia del 1992:
Nessuna mano solleverà
la pietra dei vostri sepolcri…
Nessuna schioderà
le bare dalle maniglie di bronzo…
Forse solo la tua, bambino.