Ordinanza del giudice di Tivoli eseguita dalla Polizia
Roma, 25 ago. (askanews) – Abusi sessuali su minore. Reiterati negli anni. Per questo nei confronti di un educatore di 64 anni, domciliato a Gallicano nel Lazio, è stata eseguita una ordinanza di cusotodia cautelare agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato notificato dagli agenti della Polizia, del pool investigativo specializzato nella violenza di genere e minori del commissariato di Tivoli.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’indagato si sarebbe reso responsabile di reiterati abusi sessuali nei confronti di una quindicenne a lui affidata per ragioni di istruzione, vigilanza ed educazione. Il suo ruolo di educatore in un istituto scolastico di Tivoli, dove la ragazza ha frequentato le scuole elementari e medie, ha facilitato l’azione.
All’interno di quelle mura l’uomo ha avuto la fiducia della giovane, rivolgendole anche complimenti sul suo aspetto fisico sin da quando lei frequentava le scuole elementari e “perseverando in tali comportamenti anche durante gli anni della scuola media, al punto da indurre la minore a sentirsene ‘lusingata’”, spiega il giudice per le indagini preliminari.
Così il soggetto è passato dalle parole ai fatti. Con atti sessuali reiterati e videochiamate dal contenuto proibito. Nella valutazione degli elementi di indagine raccolti a carico dell’uomo, il giudice ha ritenuto lineare e coerente il racconto della minore, scevro da “intenti di calunnia né di amplificazione delle condotte attribuito all’indagato”.
I genitori della ragazzina sono stati fondamentali – si spiega – perché non appena hanno capito che c’erano delle anomalie nel comportamento della figlia e scoperta la relazione con l’educatore si sono subito rivolti ai poliziotti del commissariato tiburtino, denunciando quanto accaduto. Ma il dato che inquieta è dato dal fatto che il giudice non può escludere “che l’indagato, proprio in virtù della sua attività lavorativa, abbia avvicinato e/o avvicinerà altri minori, al fine di instaurare con costoro medesimi rapporti illeciti”.