“Il governo riveda i criteri di distribuzione”
Milano, 29 ago. (askanews) – “Gli arrivi nella nostra regione sono raddoppiati rispetto agli scorsi mesi. Non è un mistero. Le strutture di accoglienza sono al collasso, non hanno più posti letto. Ma anche gli alberghi, a cui si appoggiano le associazioni umanitarie in cerca di ospitalità, non riusciranno più a garantire lo stesso numero di posti. I fondi sono troppo pochi per coprire le esigenze di chi mette a disposizione stanze e spazi delle loro imprese, fondamentali per questa emergenza umanitaria”. Lo ha detto l’assessore alla Sicurezza e alla Protezione civile della Regione Lombardia, Romano La Russa, in un’intervista a La Repubblica.
“Nei prossimi giorni, dopo l’emergenza maltempo, ci troveremo ad affrontare un altro nodo: quello degli sbarchi sulle coste italiane. Sono troppi quelli che vengono distribuiti in Lombardia e senza fondi faremo fatica a gestirli” ha aggiunto il fratello del presidente del Senato.
“Stiamo discutendo con il governo per capire se è possibile per la Lombardia ottenere più quattrini per la gestione dei flussi. Avevamo una convenzione con gli albergatori, con una somma a disposizione per pagare i soggiorni nelle strutture del nostro territorio. Il governo ci ha detto di tagliare e ora i fondi sono quasi la metà di prima. È chiaro che questo non incentiva l’accoglienza da parte di chi ha un’impresa da gestire. Così gli albergatori offrono sempre meno posti letto. Questo genera un ulteriore problema di spazi. Non ne abbiamo più. Le strutture sono al limite, le famiglie e le associazioni del territorio sono a corto di disponibilità. Il tema non è non voler accogliere, ma reperire le risorse” ha ribadito La Russa.
“È vero che storicamente ci siamo dimostrati efficienti, ma ora siamo arrivati al limite. Quello che andrebbe rivisto sono i criteri di redistribuzione. Serve un tetto massimo e la Lombardia non può farsi carico di tutto” ha concluso sottolineando che “se si andasse avanti così la situazione potrebbe esplodere a livello nazionale e a catena riversarsi sulle regioni che supportano e sopportano il maggior numero di arrivi. Ribadisco: siamo saturi”.