Gli organizzatori ci raccontano l’edizione 2023, dal 6 settembre
Milano, 4 set. (askanews) – Dal 6 al 10 settembre torna a Mantova Festivaletteratura, il primo dei festival culturali italiani che poi si sono diffusi in tutto il Paese. Salvatore Satta, della segreteria organizzativa, ha presentato ad askanews l’edizione del 2023. “Festival letteratura 2023 – ci ha detto – torna nelle piazze, ancora una volta, dopo due anni di pandemia e dopo alcune edizioni in cui è stato un po’ ridotto il formato degli incontro dal vivo. Le particolarità dell’edizione 2023 sono sicuramente un omaggio a Italo Calvino nel centenario della nascita che è molto particolare perché passa attraverso una escape room, una stanza da gioco ispirata da ‘Se una notte d’inverno un viaggiatore’, aperta al liceo classico Virgilio, e fino a fine festival. È stata curata dal gruppo di game designer milanesi e vuole rileggere l’opera di Calvino in un’ottica nuova, anche di gioco che coinvolga grandi e piccoli e li faccia entrare dentro una forma narrativa, fuori dalle classiche rappresentazioni, fuori dagli classici incontri con autore”.
“Per quanto riguarda le presenze internazionali – ha aggiunto – ci sono ritorni molto importanti, penso al Premio Nobel Olga, che chiude in Piazza Castello e che era già venuta al festival anni fa, quando ancora non era vincitore del Nobel. Ci sono anche autori che vengono per la prima volta a Mantova, dal continente indiano, ci sono tanti focus che abbiamo raccolto sotto il grande ombrello di quest’anno che è ‘Cercare le parole’ che puntano soprattutto al coinvolgimento dei lettori giovani e adolescenti, anche nella costruzione degli incontri”.
“La città – ha concluso Satta – risponde sempre meravigliosamente, io penso che sia sempre un miracolo quello che avviene a Mantova in un certo senso, un bel miracolo fatto da persone che hanno creduto fin dal 1997 a questa iniziativa e soprattutto il miracolo sono ancora i tantissimi, le centinaia di volontari che ogni anno vi prendono parte, giovani e giovanissimi ma anche più attempati, che creano questa grande comunità attorno a noi che invece ci lavoriamo un po’ tutto l’anno. Credo che questo sia la cosa più importante, proprio il DNA, cioè questo suo saper ripetere qualcosa di bello che ogni anno si rinnova nella formula, ma che ha anche delle radici solide”.