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“Ascoltare con gli occhi”: a Milano il IX Festival del Documentario

Visioni dal Mondo: in programma dal 14 al 17 settembre

Milano, 4 set. (askanews) – A Milano da giovedì 14 a domenica 17 settembre si svolge il 9° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, l’appuntamento annuale con il cinema del reale con la direzione artistica di Maurizio Nichetti. Il Festival tratterà attraverso i film documentari in cartellone grandi temi di attualità come la guerra, la contrapposizione sociale e la politica internazionale. Lo sguardo autentico dei registi, autori coraggiosi, che hanno messo in pericolo la propria incolumità, porteranno lo spettatore direttamente dentro contesti e situazioni molto pericolosi, delicati e importanti per gli equilibri del mondo.

“Ascoltare con gli occhi” è il tema che, nella sua più ampia accezione, accompagnerà la nona edizione del Festival Visioni dal Mondo. “Ascoltare con gli occhi” pone l’accento sull’etimologia della parola ascoltare, ovvero lo stare a sentire attentamente, sul prestare attenzione, osservare, percepire, sul sentire per capire, apprendere e accrescere la propria esperienza.  Ospite d’onore della nona edizione sarà Roberto Andò, regista e scrittore, che parteciperà ad un incontro aperto al pubblico in programma sabato 16 settembre alle 10.15 al Teatro Litta. L’incontro sarà seguito dalla proiezione del documentario “Il Cineasta e il labirinto,” sul regista Francesco Rosi, in occasione del centenario della nascita. A Roberto Andò nell’ambito del Festival sarà consegnato il Premio alla Carriera Visioni dal Mondo 2023.   Sono 38 i titoli che verranno presentati in anteprima italiana e internazionale nel corso dell’evento. Tra questi: “Wartime Notes”, della regista Barbara Cupisti, è un viaggio alla ricerca di un senso all’inutilità della guerra, alla scoperta della forza e del coraggio delle donne e degli uomini ucraini; prodotto da Clipper Media con Rai Cinema, sarà presentato in anteprima il 15 settembre al 9° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo e poi trasmesso in tv il 16 settembre in seconda serata su Rai 3.

“Baghdad on Fire”, dove il regista Karrar Al-Azzawi mostra un viaggio intimo e drammatico che segue Tiba, una giovane donna irachena di diciannove anni che lotta per la libertà e l’uguaglianza. La ragazza e i suoi coetanei si battono per la democrazia in Iraq e sono in prima linea nel più grande movimento giovanile iracheno degli ultimi 20 anni, fronteggiando la violenza della repressione, in piazze dalle quali non tutti tornano a casa vivi.   Con più ironia, ma non minore tasso di pericolosità, il regista Martin Hans Schmitt porta lo spettatore nel paese più dittatoriale al mondo, la Corea del Nord, con “How I Survived the Pyongyang Film Festival 3D”, riuscendo ad aggirare la stretta sorveglianza del regime di terrore di Kim Jong-Un per girare di nascosto un reportage (dissimulato tramite una tecnica di animazione) che poteva costargli molto caro.   In “The Rise of Wagner”, il regista Benoit Bringer ha sfidato la Russia di Putin e la milizia paramilitare russa denominata Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin (recentemente vittima di un clamoroso attentato) per raccontare il funzionamento e i metodi criminali dell’armata mercenaria e le sue segrete connessioni politiche e finanziarie. Un viaggio al seguito di un gruppo di impavidi giornalisti russi sul fronte di una delle più vergognose guerre sporche dell’era moderna.   Con “Until the Sun Dies” si entra in Colombia, dove la violenza contro le popolazioni indigene e i movimenti democratici del Paese è in costante aumento. Il regista Jonas Brander segue due figure che nel Paese incarnano la resistenza contro la brutale mattanza di migliaia di civili. La sua camera segue la “Guardia Indigena”, un’unità di autodifesa non armata, che opera all’incrocio tra guerriglia e gruppi paramilitari al servizio delle multinazionali.   “Return to Raqqa”, dei registi Albert Solé e Raul Cuevas, ricostruisce, anche con splendide animazioni, la storia del giornalista spagnolo Marc Marginedas, rapito dallo Stato Islamico in Siria e tenuto prigioniero per sei mesi prima di essere rilasciato. Marc Marginedas era uno dei 19 giornalisti tenuti prigionieri dal gruppo terroristico nel 2013. Il film documentario si basa sulle sue esperienze e sulle interviste ad altri giornalisti che sono stati anch’essi rapiti.   Le proiezioni dei film documentari avranno la presenza in sala dei registi per offrire una testimonianza diretta su un cinema diverso, concepito come missione giornalistica, un lavoro duro e necessario per mostrare le ferite aperte del nostro tempo.

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