Recensione dello spettacolo “Orgoglio e Pregiudizio”, adattamento teatrale di Antonio Piccolo del capolavoro di Jane Austen con la regia di Arturo Cirillo al Napoli Teatro Festival Italia.
Chi non conosce la storia dell’orgogliosa Elizabeth Bennet e del velenoso ed affascinante Mr. Darcy? Anche chi non ha letto ancora il celebre romanzo di Jane Austen – ammesso che esista davvero qualcuno che ancora non l’ha fatto – conoscerà sicuramente la trama del suo masterpiece assoluto. Perché, dunque, andare a vedere l’ennesimo adattamento di quest’opera tanto famosa?
Perché per la prima volta va in scena una versione assolutamente italiana di “Orgoglio e Pregiudizio”. Il romanzo della Austen si declina secondo le regole della commedia italiana e delle sue esagerazioni, dei suoi movimenti esagerati e della sua comicità: qualcosa che non s’era ancora mai visto.
La produzione di Marche Teatro e del Teatro Stabile di Napoli è diversa, divertente e propone uno sguardo decisamente inedito sull’opera dell’autrice inglese (forse) più amata di sempre, in un gioco di specchi e di maschere che perde un briciolo della sua aria british e che rinasce nelle vesti farsesche e un po’ grottesche del teatro italiano.
Un gioco di specchi per una scenografia semplice e magnifica
Ma prima ancora di soffermarci sulla recitazione e sugli attori, una nota assolutamente positiva che non sarebbe lecito rimandare oltre è senza dubbio la scenografia, scenografia semplice e geniale che ha reso magnifico l’ambiente in cui la commedia ha avuto luogo.
Questa scenografia è stata composta da pochissimi oggetti, i più evidenti e belli dei quali sono stati senza dubbio i giganteschi specchi intorno a cui i personaggi si muovevano e rincorrevano, s’avvicinavano e nascondevano ma in cui, soprattutto, si riflettevano. In un gioco di specchi che si riflettevano l’un l’altro il palco s’è infatti affollato di decine di Lizzie e Mr. Darcy, di Bingley e Jane: gli specchi moltiplicavano i personaggi in tante diverse prospettive di loro stessi così come nella commedia e nel romanzo della Austen tante erano le loro sfaccettature.
Dietro l’apparente leggerezza e semplicità della commedia, dietro la risata e la trama superficiale quest’opera possiede una complessità che è tutta nella psicologia dei personaggi. Esteticamente, scenograficamente gli specchi rendono visibile un’aspetto dell’opera letteraria che difficilmente si sarebbe potuto trasportare in un’opera teatrale – ed anche cinematografica. Quante sono le Elizabeth? Tante quanti sono i suoi nomi, i modi di chiamarla – Elizabeth, Lizzie, la seconda figlia dei Bennet, la futura signora Darcy – o forse ancora di più? Il palco diventa quasi troppo piccolo per contenerle tutte, per rappresentare tutte le versioni e gli strati della sua personalità.
Gli specchi, però, non si limitano a riflettere: a seconda di come sono orientati i fari del teatro, si limitano a far questo oppure, contempo, consentono di vedere cosa e chi passa alle loro spalle. E così, mentre Elizabeth si specchia, vediamo passare dietro gli specchi Mr. Darcy e i suoi genitori, la sorella e il suo futuro sposo, il cugino insopportabile e l’amica Charlotte – ognuno di loro vede un’altra Lizzie, ed in ognuno di loro la secondogenita Bennet – come poi anche tutti gli altri personaggi – si rivede in una veste inedita.
Questi specchi, queste finestre, sono uno sguardo dei personaggi dentro loro stessi e verso il mondo – la resa grafica della psiche di tutti loro, dei loro pensieri e dei loro desideri. Ci troviamo davanti ad una scenografia, insomma, ispirata indubbiamente da qualcuna delle nove muse.
Una commedia italiana
In questo contesto estetico, ciò che salta maggiormente all’occhio della recitazione è il fatto che sia, palesemente, una recitazione italiana. Gli attori scatenano il riso grazie ad atteggiamenti, motteggi e movimenti che sono tipici della commedia del nostro paese e, per quanto possa apparire strano, i personaggi della Austen si prestano perfettamente ad essere declinati in salsa italica.
La storia, che pareva così tanto legata alla sua ambientazione anglosassone, potrebbe tranquillamente aver avuto luogo nelle campagne italiane dell’ottocento. Questo cambiamento, oltre a sorprendere in positivo, mette in risalto l’evidenza che il tema di quest’opera, la sua ironia ed il suo sentimento di fondo siano di quelli che non solo resistono allo scorrere del tempo, cosa che aveva già dimostrato data l’intramontabile popolarità di Orgoglio e Pregiudizio, ma sono universali anche in senso geografico.
Uno e centomila Arturo Cirillo
Menzione d’onore particolare va ad Arturo Cirillo che non solo è il regista di questo adattamento, ma è anche attore. Non contento di recitare il ruolo di Mr. Bennet, interpreta anche una seconda parte, quella di Lady Catherine De Bourgh, protettrice dell’antipatico cugino Collins e zia di Darcy.
Se già nella recitazione di Mr. Bennet l’attore risulta particolarmente brillante, nel cambio d’abito che lo trasforma in Lady Catherine de Bourgh Arturo Cirillo sboccia in un’istrionica ed esagerata comicità che risulta così ben inserita nell’adattamento da far spellare le mani a suon di applausi alla platea, stupita e divertita, al momento della chiusura del sipario.
Lo spettacolo Orgoglio e Pregiudizio
Lo spettacolo andrà ancora in scena per il Napoli Teatro Festival oggi, 5 Luglio, e poi tornerà in Campania, sempre al Teatro Mercadante, dal 19 Febbraio al 1 Marzo 2020.
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