“La maggior parte del mondo riconosce la verità su questa guerra ci sono stati 574 giorni di dolore e perdite”
Roma, 20 set. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha iniziato il suo discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite parlando dell’aggressione della Russia “che per qualche motivo è ancora presente qui al Consiglio di sicurezza Onu” e detiene il seggio “illegalmente”.
“La maggior parte del mondo riconosce la verità su questa guerra. Ci sono stati 574 giorni di dolore, perdite e lotta”, dall’inizio dell’invasione, in cui Mosca ha ucciso almeno “decine di migliaia di ucraini e trasformato milioni in rifugiati”.
Zelensky ha ringraziato i paesi che hanno riconosciuto l’aggressione russa come una violazione della Carta delle Nazioni Unite, ma ciò “non ha cambiato nulla” per la Russia all’interno dell’Onu, che è “in una situazione di stallo” sul tema dell’aggressione.
“L’umanità non pone più le sue speranze nell’Onu quando si tratta della difesa dei confini sovrani delle nazioni”, ha sottolineato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando dello stallo con la Russia e della possibilità di Mosca di porre il veto. Il seggio al Consiglio di sicurezza Onu che la Russia “occupa illegalmente” è controllato da “bugiardi il cui compito è nascondere l’aggressione e il genocidio” compiuto dalla Russia in Ucraina, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella sessione speciale del Consiglio. E questo comporta che con l’attuale sistema dell’Onu altri membri sono meno influenti di Mosca.
Zelensky ha invitato nuovamente a sostenere una riforma delle Nazioni unite: “So che l’Onu può fare di più” e che la Carta “può lavorare per la pace e la sicurezza globale”.
Il presidente ucraino ha anche proposto delle modifiche alle norme sulle votazioni in seno all’Onu.
Zelensky ha spiegato, elencando i punti delle sue proposte, che all’Assemblea generale Onu dovrebbe essere dato il potere reale di superare il veto del Consiglio di sicurezza quando un membro dimostra di essere aggressivo: nel caso in cui 2/3 dei voti riflettessero la volontà delle nazioni dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, delle Americhe e del Pacifico, il veto potrebbe essere superato.