Prove INVALSI 2019: i risultati delle prove, presentati ieri alla Camera, attestano risultati negativi per la Campania.
Le statistiche delle prove INVALSI 2019 mostrano infatti che in Campania 8 studenti su 10 non arrivano alla sufficienza in inglese e che il 50% ha anche problemi in italiano e matematica.
Aumenta inoltre il divario dei risultati delle prove tra il Nord e il Sud, anche se i risultati non sembrano essere positivi neanche per il resto dell’Italia. Mal comune mezzo gaudio? In questo caso forse no…
Le statistiche delle prove INVALSI 2019
Ieri, 10 luglio: presentati alla Camera i risultati delle prove INVALSI dell’anno scolastico appena terminato.
- ITALIANO: i risultati delle prove di italiano nella scuola primaria sono abbastanza soddisfacenti in tutta Italia, differenti sono invece i dati con il progredire del ciclo scolastico. Infatti a livello nazionale, gli allievi dell’ultimo anno del liceo che raggiungono risultati molto bassi sono circa il 13%, ma questa quota supera il 20% in Campania.
- MATEMATICA: i risultati delle prove di matematica sono scadenti in tutta Italia a partire dalla scuola primaria, con un divario sempre più accentuato tra Nord e Sud. La media nazionale degli alunni che non supera i requisiti minimi in matematica è infatti del 40%, percentuale che in Campania arriva addirittura al 50.
- INGLESE: i risultati delle prove di inglese rilevano invece un miglioramento nelle scuole primarie del Sud, rispetto all’anno scorso, poiché il 78% dei bambini raggiunge il livello A1. È invece decisamente preoccupante la statistica emersa per i risultati delle prove dei ragazzi del liceo della Campania. Infatti nella nostra regione, all’ultimo anno di liceo, solo il 20% raggiunge il livello B2 e il 41% non raggiunge neanche il livello B1. È stato inoltre riscontrato un risultato peggiore nelle prove di listening, prova del fatto che si dà maggiore importanza allo studio dei testi scritti, piuttosto che della lingua parlata.
Cosa sono le prove INVALSI?
Dall’anno accademico 2005/2006, numerosi studenti italiani devono sostenere le prove INVALSI (Istituto Nazionale Valutazione Sistema di Istruzione) mentre l’assetto delle prove dell’attuale anno scolastico è quello stabilito da un decreto emanato nel 2017.
Le prove INVALSI sono prove scritte, in formato cartaceo o digitale, che hanno lo scopo di monitorare il livello di apprendimento delle fondamentali competenze di italiano, matematica e inglese, in diverse fasi dei diversi cicli scolastici.
Gli studenti della seconda elementare e del secondo liceo svolgono solo le prove di italiano e matematica, gli studenti che invece terminano un ciclo scolastico (quinta elementare, terza media e ultimo anno di liceo) svolgono anche una prova di inglese.
Ieri, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha dichiarato alla Camera che le prove INVALSI sono uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del lavoro del suo ministero. Grazie a tali prove è possibile analizzare le criticità del sistema scolastico e realizzare azioni puntuali ed efficaci.
Il sistema scolastico va infatti monitorato e senza dubbio migliorato, ma è davvero questo il metodo più efficace? Le prove INVALSI, svolte annualmente dagli studenti, corrispondono davvero ai programmi scolastici?
Sarebbe bene ricordare le parole che il filologo Luciano Canfora pronunciò nel 2013, a proposito delle prove INVALSI: «le prove INVALSI e la loro “quizzologia” sono una mostruosità senza senso che premiano chi è più dotato di memoria, non chi ha spirito critico. (…) Se io tolgo allo studente che si sta formando l’abitudine alla critica, alla capacità di comprendere e di studiare storicamente, lo trasformo in un pappagallo parlante dotato di memoria e nulla più.»
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