“Infrastrutture verdi nelle aree urbane dove contrastare le isole di calore indotte dal cambiamento climatico e ricreare una socialità perduta in molti quartieri delle città, recupero di aree degradate da trasformare in parchi e giardini ma anche disegno dei paesaggi extraurbani, programmazione territoriale su vasta scala e gestione delle infrastrutture produttive perché siano a basso impatto ambientale e visivo“.
Questi i temi base sull’architettura del paesaggio che arriva a Napoli con il convegno internazionale “Lost Landscapes”, organizzato dall’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP).
L’evento si svolgerà domani e giovedì nel Complesso San Marcellino e Festo in largo San Marcellino ed è patrocinato dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, dalla Regione Campania, dal Comune e dalla Città metropolitana di Napoli. Il 14 e 15 ottobre si terrà invece l’assemblea di IFLA Europe – International Federation of Landscape Architects. Le giornate si aprono domani alle 9.30 con i saluti istituzionali di Maria Cristina Tullio, Presidente AIAPP e Katerina Gkoltsiou, Presidente IFLA Europe, con la presenza di Laura Lieto, assessora all’Urbanistica e Vicesindaco del Comune di Napoli, e Bruno Discepolo, assessore all’urbanistica della Regione Campania.
Tra gli eventi previsti ci sarà venerdì 13 ottobre, in cinque punti di Napoli – largo San Marcellino, piazzetta San Biagio, piazza San Gaetano, piazzetta Fortunato, piazzetta Miraglio – l’allestimento di “paesaggi effimeri” dagli architetti. Il 14 ottobre, alle 8:30, si terrà a Palazzo Gravina il convegno AIAPP “Paesaggio Italia”, con interventi di professionisti che racconteranno casi specifici ed esperienze virtuose di recupero e valorizzazione dei paesaggi.
“L’architettura del paesaggio – spiega Maria Cristina Tullio, presidente AIAPP – è una disciplina che permette la gestione delle trasformazioni, preservando la memoria e l’identità dei luoghi e delle società. Mira a riconnettere il metabolismo urbano e i sistemi ecologici della Terra, contribuendo in modo decisivo alla trasformazione del modo di abitare, produrre e attraversare i nostri paesaggi, tutelandoli ma adattandoli alle criticità in atto. La buona notizia è che ‘sappiamo come fare’, quella negativa è che ancora non si applicano sufficientemente, soprattutto nel nostro Paese, le conoscenze acquisite da questa disciplina che si pone come mediatrice tra natura e cultura, tra innovazione tecnologica, ecologica e ‘immaginazione poetica’ per un ruolo decisivo nella ricostruzione delle nostre relazioni con il pianeta“.
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