Il gup di Napoli Gabriella Logozzo ha rinviato a giudizio tre persone indagate per l’incidente avvenuto il 22 luglio 2021 a Capri, quando un bus del trasporto locale precipitò dalla strada provinciale 66, a Marina Grande.
L’impatto provocò la morte del conducente, Emanuele Melillo, e il ferimento di diversi passeggeri. Si tratta di un medico dell’Atc (Azienda Trasporto Capri), del legale rappresentante della stessa azienda e di un ingegnere, funzionario della Città Metropolitana di Napoli.
I tre dovranno comparire davanti al giudice monocratico della quarta sezione di Napoli Carlo Bardari il 28 dicembre 2023. Al medico dell’Atc la Procura di Napoli contesta di non avere sottoposto a visite di controllo l’autista deceduto; al legale rappresentante dell’azienda di trasporto caprese di non avere sottoposto a controlli il lavoratore nonostante fosse passato dal ruolo di bigliettaio a quello più delicato di autista e, al funzionario, di non avere provveduto al collocamento delle barriere di contenimento laddove avvenne la tragedia.
In aula c’erano oggi gli avvocati di parte civile Giovanni Cacciapuoti (legale dei familiari di Melillo: il padre, la madre, il fratello e sorella) e Ugo Scognamiglio (che invece difende la figlia di Melillo) e gli avvocati difensori dei tre imputati. Per l’avvocato Cacciapuoti, che con il collega Scognamiglio si è unito al sostituto procuratore Giuseppe Tittaferrante nelle richieste di rinvio a giudizio “erano chiari i profili di responsabilità emersi durante le indagini.
Accogliamo con piacere la conclusione dell’udienza preliminare, caratterizzata da un percorso tortuoso durante il quale però sono state affrontate varie questioni, come quelle relative alle costituzioni delle parti civili e dei responsabili civili.
Aspettiamo ora con fiducia l’inizio del processo”.
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