«I giovani prima utilizzavano Facebook, ora utilizzano Tik Tok per comunicare in modo mafioso anche attraverso le canzoni neomelodiche o il rap, e per mandare messaggi alle altre organizzazioni in contrasto tra loro».
L’allarme è stato lanciato dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, rispondendo a una domanda sulla polemica innescata da Daniela Di Maggio, la mamma di Giogiò, il musicista ucciso per errore a Napoli, sul premio conferito dal Comune al cantante Geolier e non anche al figlio.
«Non posso dare un giudizio, sono uno dei pochi che non ha visto Sanremo per cui non posso dare una valutazione. Quanto alla storia di Giogiò, la procura è impegnatissima per la morte di questo ragazzo solo perché camminando ha pestato una scarpa. La mamma ha tutte le ragioni del mondo per arrabbiarsi, per protestare e nessuno pensa possa permettersi di criticarla».
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