Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha visitato la “Masseria Antonio Esposito Ferraioli”, immobile confiscato alla criminalità organizzata, sito nel territorio del Comune di Afragola, accolto dal sindaco Antonio Pannone e dal direttore, Giovanni Russo.
La Masseria, intitolata al cuoco, scout e sindacalista della CGIL, vittima innocente della camorra, fu confiscata nel 1997 al clan Magliulo, rivale dei Moccia e destinato nel 2005 dall’Agenzia del Demanio al patrimonio indisponibile del Comune di Afragola per finalità sociali.
Il bene è gestito dal 1° marzo 2017 da una rete formata da cinque partner: il Consorzio di Cooperative sociali “Terzo Settore”, la Camera del lavoro metropolitana, articolazione della CGIL sull’Area metropolitana di Napoli, la Cooperativa sociale “L’uomo e il legno”, la Cooperativa Giancarlo Siani e l’Associazione di volontariato “Sott’e’ncoppa” in collaborazione con le scuole del territorio, ma anche con associazioni e singoli cittadini che si impegnano in prima persona per la restituzione della Masseria alla collettività. All’interno dell’immobile, il più grande bene confiscato dell’Area metropolitana di Napoli, che si estende su una superficie di circa 120mila metri quadri, vengono attuati diversi progetti quali il “Museo vivente della biodiversità” con coltivazione di tutte le specie autoctone del territorio, la realizzazione di oltre 308 orti urbani – affidati a altrettanti beneficiari quali giovani, migranti, associazioni e scuole – nonché attività di formazione lavoro. Grazie ad un finanziamento del PON Legalità del Ministero dell’Interno concesso al Comune di Afragola è in fase conclusiva la riattazione del fabbricato rurale che insiste sull’area agricola, ove verrà realizzato un Centro per le donne vittime di violenza, che offrirà sostegno nella gestione delle relazioni con i figli e nella valorizzazione delle competenze utili ad un reinserimento lavorativo.
Il prefetto ha poi incontrato le famiglie e i volontari impegnati attivamente nella struttura ed espresso vivo apprezzamento per il valore di riscatto sociale che le molteplici iniziative in atto presso la Masseria rivestono, attraverso la restituzione alla collettività un cespite già appartenuto alla criminalità organizzata.
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