La Procura di Napoli ha eseguito l’arresto del presunto mandate dell’omicidio di Salvatore Coppola, ingegnere di San Giovanni a Teduccio ucciso in un parcheggio di un supermercato lo scorso mese di marzo.
Come riportato da Repubblica.it, per la Procura di Napoli il mandante sarebbe l’imprenditore 72enne Gennaro Petrucci, marito del simbolo antiracket Silvana Fucito. L’uomo si trova adesso nel carcere di Poggioreale, per il Gip c’erano gli elementi per chiedere la misura detentiva soprattutto per il pericolo di fuga. Infatti è stato verificato che pochi giorni dopo l’omicidio Coppola, Petrucci sia partito per una crociera. Il quadro ricostruito dagli inquirenti è paragonabile alle storie di cronaca nera che troviamo nei libri.
Il movente di questa storia ruoterebbe intorno ad una villa a Portici (Napoli) che sarebbe stata di Petrucci ma che poi sarebbe stata venduta durante un’asta giudiziaria. Questo avrebbe originato il desiderio di vendetta.
Attraverso intercettazioni e riscontri incrociati gli inquirenti avrebbero ricostruito la storia. Determinante l’arresto alcune settimane fa del presunto killer, Mario De Simone. Sarebbero state alcune intercettazioni dei parenti di De Simone ad illuminare gli inquirenti. La storia inizia quando Petrucci denunciò Coppola, accusato di essere a capo della società che si aggiudicò all’asta la villa di Portici. Società che sarebbe stata finanziata da un altro imprenditore, Salvatore Abbate, già coinvolto in indagini per riciclaggio. Coppola avrebbe fatto pressioni su Gennaro Petrucci e Silvana Fucito per fargli lasciare la casa e avrebbe addirittura pedinato la Fucito. È importante sottolineare che Silvana Fucito non è indagata.
L’omicidio di Salvatore Coppola sarebbe costato 20mila euro. Ma così come riportato dal TG3 Campania, solo una prima trance di 4mila euro sarebbe stata versata per l’azione delittuosa.
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