Quanto vale un voto? «Una bombola del gas» per la massaia di Grumo che però offriva in cambio tutti gli amici del figlio «da far votare» e il rampollo in persona come «rappresentante di lista».
Fino a 50 euro, «quattro di noi in famiglia e facciamo magari duecento», per il pensionato che assoggettava i suoi cari alla «formula di controllo», la combinazione preordinata sulla scheda tra nomi, cognomi e simboli. A quanto è quotato il fondamentale diritto democratico di ogni cittadino? Quanto una bolletta pagata, quanto un buono spesa, un cambio gomme, quanto un brevissimo sospiro di sollievo.
Le storie di corruzione elettorale di questi giorni che si raccontano nei circoli ricreativi e bar di Grumo Nevano innanzitutto una realtà nella quale è tradito il minimo patto di decenza tra eletto ed elettore: tu mi voti e io ti garantisco almeno servizi standard da Paese civile, per esempio ospedali efficienti. Nel nostro mondo alla rovescia il rapporto subisce una torsione perversa, la sanità non funziona più ma, se tu mi voti, io ti faccio saltare la fila di settimane o mesi che ti toccherebbe magari per un’analisi salvavita.
Per tali ragioni il Dott Giuseppe Alviti come Capolista di Forza Italia con Gianco di Bernardo Sindaco ha richiesto al Prefetto di Napoli e alla DIGOS di concentrare ed elevare i controlli di trasparenza onde garantire un voto libero e democratico.
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