Uno studio della Uil fotografa i movimenti del carico fiscale sulle tasse locali Imu/Tasi, Tari e Irpef.
A seguito della rimozione del blocco delle aliquote, gli enti locali possono da quest’anno manovrare di nuovo la leva fiscale. Non sono pochi i contribuenti che dovranno pagare più tasse per effetto dei ritocchi a Imu/Tasi, Tari e addizionali comunali Irpef decisi da molte amministrazioni locali. A fotografare l’andamento delle imposte locali, è uno studio della Uil sulle tre maggiori imposte dei comuni, Imu/Tasi, Tari e Irpef. Mentre le Regioni finora non hanno apportato aumenti di aliquote, la situazione sul fronte tasse comunali è diversa. Non sono molti i comuni che stanno rivedendo le aliquote e le tariffe, ma si tratta comunque di ritocchi di peso: contenuti gli aumenti Imu/Tasi; più pesanti i ritocchi Irpef; il quadro Tari risulta più variegato. Oltre ai rincari si registrano inoltre alcune riduzioni.
Irpef
Su 4.078 Comuni che hanno comunicato le loro scelte al Ministero dell’Economia, 566 (il 14% del totale) hanno scelto di aumentare le aliquote o di rimodulare le esenzioni abbassandone la soglia.
A Barletta, che suddivide l’aliquota in base al reddito, l’aliquota sul primo scaglione di reddito (15 mila euro) passa dallo 0,2% allo 0,5%; quella sul secondo scaglione di reddito (fino a 28 mila euro) passa dallo 0,4% allo 0,6%; quella fino a 55 mila euro di reddito passa dallo 0,6% allo 0,7%. Ad Avellino l’aliquota passa dallo 0,7% allo 0,8%, confermando la soglia di esenzione a 15 mila euro. Anche a Lecce passa dallo 0,7% allo 0,8% confermando la soglia di esenzione a 12.500 euro. Mentre a Carrara da un sistema di aliquote progressive che andavano dallo 0,44% allo 0,8% quest’anno viene applicata l’aliquota unica dello 0,8%. A Trapani la soglia di esenzione viene ridotta da 13 mila euro a 10 mila euro. A Mantova fino allo scorso anno c’era l’aliquota unica dello 0,4% e da quest’anno si applicheranno aliquote comprese tra lo 0,38% e lo 0,8%. Mentre a Rimini dallo 0,3% dello scorso anno si passa ad aliquote comprese tra lo 0,55% e lo 0,8%.
Oltre ai rincari ci sono 122 comuni che hanno scelto di diminuire il carico fiscale tra cui Bologna e Forlì. A Bologna la soglia di esenzione passa dai 14 mila euro dello scorso anno ai 15 mila euro di quest’anno. A Forlì la soglia è stata portata a 15 mila euro a fronte degli 8 mila dello scorso anno. Lucca ha diminuito la prima aliquota (dallo 0,59% allo 0,58%). Mentre Pisa aumenta la soglia di esenzione da 12 mila a 15 mila euro.
Imu
Per quanto riguarda l’Imu le aliquote sono state riviste al rialzo in oltre 215 Comuni, tra cui 4 Città capoluogo: Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Vercelli dove le aliquote scendono. Poi ci sono moltissimi Comuni, compresi alcuni capoluoghi, che senza abbassare le aliquote hanno però semplificato il sistema con l’accorpamento della Tasi all’Imu.
Tari
Per una famiglia con abitazione di 80 mq e quattro componenti la Tari è aumentata in 44 Città capoluogo di Provincia, tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli. Rimane stabile in 26 città, tra cui Milano, Roma, Bologna. Diminuisce in 35 città, tra cui Cagliari, Firenze, Trapani e Venezia.