sabato, Novembre 23, 2024
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Camorra: botte e minacce per donna che ha dato figlia a boss del Clan De Martino

Botte, minacce anche con la pistola, e continue sottolineature che non avrebbe potuto avere nessun altro uomo, perche’ la bambina doveva conoscere solo il padre. Le vessazioni estese anche ai suoi genitori. E’ questo l’incubo in cui era precipitata una giovane donna del quartiere di Napoli di Ponticelli che aveva avuto una figlia dalla relazione con un elemento apicale del clan De Martino, che si contende il territorio della zona est di Napoli con i Di Micco. Costretta a portare ogni giorno tranne la domenica la piccola, che oggi ha tre anni, dai nonni materni, malmenata perche’ non lo fa una volta dato che la bimba ha il mal di pancia.

La misura cautelare in carcere nei confronti di 9 persone, a partire dal padre e dai nonni paterni della vittima, firmata dal gip di Napoli Marco Giordano, che l’AGI ha visionato, racconta di un senso della famiglia e dell’onore distorto di uno dei clan militarmente piu’ potenti del capoluogo campano. Nonostante il padre fosse detenuto, contattava la piccola con un telefono via Instragram anche grazie alla complicita’ di un rappresentante delle forze dell’ordine almeno una volta al giorno.

E non teneva conto del timore della madre della bimba per le notizie sulla situazione del quartiere lette sui giornali, per la guerra tra clan in atto. L’uomo era possessivo nei confronti della donna anche dopo rottura: “se ti metti con un altro uccido a te e a lui”, le ripeteva in continuazione. Un concetto ribadito anche dal padre, che una volta, rivolto alla madre della piccola, le dice “mo’ esce mio figlio A. con due ergastoli scontati e te la vedi con lui”, “mo’ t’appicc” (“ora ti do fuoco”, ndr). E quando i nonni materni chiedono di vedere la bambina a casa loro, in Comune vicino, i De Martino rifiutano dicendo di avere paura di agguati fuori dal loro territorio di influenza. “Una grave e allarmante spirale persecutoria”, scrive il gip, e’ quella che vede vittime la giovane donna e tutti i suoi familiari, ma anche la bambina. Fino a quando la nonna della piccola telefona ai carabinieri e fa partire le indagini due mesi fa. Una inchiesta minuziosa conclusa con gli arresti.

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