venerdì, Novembre 22, 2024
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Sapori Leggendari: tra lacrime, lava e re peruviani, il pomodorino del piennolo

Per il pomodorino del piennolo, che cresce solo alle pendici del Vesuvio, intervengono vulcani e divinità, sgorgano fiumi di lacrime ed anche di lava. Tra storia e leggende, questo pomodorino rossissimo ha viaggiato fino alla Campania dal lontano Perù ed ha deliziato il palato di tutti: contadini, popolani e re.

Questa settimana vogliamo ripercorrere i suoi lunghissimi viaggi e le sue storie scottanti per raccontarvele.

Il piennolo e lo spongillo

Il pomodorino del piennolo ha una forma assai curiosa e decisamente caratteristica, soprattutto se paragonato agli altri pomodori: ha un colore rosso vivo, una forma allungata e una piccola punta all’ingiù. Sono caratterizzati anche da un’alta concentrazione di zuccheri ed acidi, probabilmente dovuti al terreno vulcanico in cui cresce. Il suo aspetto, così come il suo sapore, lo rendono insomma inconfondibile.

Questo pomodorino, detto del “piennolo” o “spongillo”, ha una forma a grappolo. Quando cominciò a diffondersi in Campania, si soleva raccogliere i suoi grappoli ed appenderlo ai balconi: è da qui che deriva il nome “piennolo”, che altro non vuol dire se non “pendolo“. Il nome “spongillo”, invece, deriverebbe dalla sua forma a punta.

Le lacrime di Cristo, il Vesuvio e le mogli dei pescatori

Sul pomodorino del piennolo ci sono tre leggende, tanto brevi quanto graziose.

  • La prima leggenda ha inizio ai tempi della creazione del mondo e, in particolare, della città di Napoli. La città partenopea sarebbe stata creata non dal buon Dio ma da Lucifero in persona. Lucifero creò, per tentare di competere con il Signore, la città rubando un pezzetto del paradiso e mettendolo sulla terra; tuttavia il suo tocco malvagio rese infertile la terra. Gesù Cristo, alla vista di questo spettacolo, si sarebbe lasciato andare ad un pietoso e disperato pianto: le sue lacrime, cadendo alle pendici del Vesuvio, resero la terra che circondava il vulcano nuovamente fertile. Nacque da quelle terre il pomodorino del piennolo, il più buono e più rosso di tutti i pomodori, che deve il suo sapore divino addirittura al figlio di Dio.
  • La seconda leggenda racconta invece delle peripezie di una piccola piantina che cercava di crescere sul Vesuvio. Non riuscendo a crescere con quello che le sue radici riuscivano a trovare in superficie, la piantina le spinse sempre più in profondità. Le radici crebbero fino ad incontrare la lava del vulcano, e di quella si nutrirono, dando vita ad un frutto dal colore rosso proprio come quella lava: il pomodorino del piennolo, forte e resistente come il vulcano.
  • La terza leggenda riguarda, infine, la forma a grappolo del pomodorino del piennolo. Si dice che, a Torre del Greco, le mogli dei pescatori lavorassero senza sosta per intrecciare le reti dei loro mariti. Quando questi partivano per mare, un po’ per noia ed un po’ per non perdere la mano, intrecciavano qualsiasi cosa capitasse sotto mano: un giorno, iniziarono ad intrecciare anche i rami della piantina del pomodorino, donandogli la forma a grappolo che ancora oggi possiamo vedere. Da allora, la pianta crebbe così, diventando appunto il pomodorino del piennolo.

Un gradito ospite peruviano

La storia reale del pomodorino del piennolo non è meno interessante.

Come tutti i pomodori, è originario del sud America, in particolare del Messico e del Perù. Già consumato dagli Aztechi, che lo apprezzavano particolarmente, veniva da questi chiamato “xitomatl” (da cui deriva il termine inglese “tomato“).

Ma come nasce, nello specifico, il pomodorino del piennolo? Il re del Perù, per omaggiare il re Ferdinando IV, donò a quest’ultimo dei pomodori in occasione della sua incoronazione. Ricevuto il gradito regalo, il re fece piantare i pomodori in una zona che sapeva essere assai fertile, ovvero le pendici del Vesuvio.

Qui il pomodoro crebbe e proliferò, assumendo nel tempo le caratteristiche specifiche che abbiamo indicato sopra: forma a grappolo, pomi ovali, punta all’ingiù ed un sapore a metà tra il dolce e l’acidulo che si rivelò nel tempo delizioso.

Il pomodorino di montagna

Il pomodorino, dal 2009 prodotto DOP (denominazione di origine protetta), viene oggi coltivato soltanto in luoghi che sorgono ad almeno 300 metri dal mare – ed è per questo detto anche “pomodorino di montagna“. Dal 2013 questo delizioso frutto può addirittura contare su un consorzio che ha come scopo quello di tutelarlo.

Il suo sapore continua a deliziarci ancora oggi e contribuisce a rendere leggendario il gusto di specialità campane come la pizza o il ragù. Una bontà tanto divina non poteva, in effetti, che nascere e crescere in una terra strappata dal paradiso.

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