Sono tre gli indagati per la morte di Patrizio Spasiano. Nel registro degli indagati sono finiti i nomi dei rappresentanti legali delle due aziende coinvolte nel tragico incidente.
La prima azienda è quella teatro dell’incidente, dove erano in corso i lavori per i quali Patrizio era impegnato. La seconda è quella per la quale Spasiano era tirocinante con una paga mensile, come riferito dai familiari subito dopo la tragedia, di 500 euro mensili.
La giovane vittima, infatti, era intenta, con altri tre colleghi, a lavori destinati al recupero di una cisterna frigo. In quel frangente la fuoriuscita di ammoniaca è risultata letale per il giovane, mentre i tre colleghi sono riusciti a guadagnare l’uscita anche se leggermente intossicati.
“Non si può morire al lavoro a 19 anni – dichiara Francesco Emilio Borrelli deputato di Avs – e per 500 euro al mese. Spasiano e la sua famiglia devono avere giustizia“.
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