Estate 1959: la rivista “Successo” incarica lo scrittore Pier Paolo Pasolini di compiere un reportage delle coste della nostra penisola. Sono passati esattamente 60 anni da allora.
Il viaggio di Pasolini a bordo della sua Fiat 1100 sulle coste italiane, descritto ne “La lunga strada di sabbia”, ha appena compiuto 60 anni. Lo scrittore, che all’epoca doveva ancora intraprendere la sua carriera di regista, percorse tutta l’Italia da Ventimiglia (IM) a Palmi (RC). Proseguì poi il suo viaggio in Sicilia e tornò sulla terraferma, risalendo tutta la costa adriatica fino a Trieste.
È un viaggio alla scoperta dell’estate italiana, immediatamente prima del boom economico degli anni sessanta; un viaggio in cui lo scrittore incontrerà molti suoi colleghi (tra cui Moravia e Fellini), entrando in contatto con i più disparati stili di vita.
Eppure Pasolini sente di cominciare davvero il suo viaggio solamente quando giunge nel Circeo. Nel suo reportage scrive infatti:
«Solo, con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia».
La grande bellezza della Campania di Pasolini
Nel suo “diario di bordo”, Pasolini descrive la Campania del 1959 con una scrittura graffiante e realistica. Dopo 60 anni, il paesaggio da lui descritto è sicuramente molto cambiato, ma sarebbe interessante poter ripercorrere i suoi “passi” con il suo libro alla mano, come se fosse una didascalia. Ripercorrere il viaggio pasoliniano aiuterebbe a farsi un’idea di quanto resta dell’ “ultima Italia antica”.
Ad essere molto cambiata in primis è Napoli. Sessant’anni fa infatti, in estate, erano gli stessi napoletani a popolarla, ora invece troviamo soprattutto turisti a passeggiare per via Caracciolo. Il lungomare quindi ora risulta forse meno pittoresco di prima.
Eppure i luoghi in cui Pasolini si ristorò nel luglio 1959 resistono, nonostante il passare degli anni. Lo scrittore infatti, la sera in cui arrivò a Napoli, cenò da “Ciro”, un ristorante che tutt’oggi si trova a Borgo Marinari.
Immutato, rispetto alla Napoli di 60 anni fa, è anche il paesaggio del golfo, dominato dal Vesuvio.
Lo stesso “formidabile monte sterminator Vesevo”, che colpì Giacomo Leopardi nel 1845, ha affascinato anche Pasolini. Egli infatti scrive:
«Ho fatto l’aurora, ho visto il Vesuvio, vicino che si poteva toccarlo con la mano, contro un cielo ormai rosso, avvampante, come non riuscisse più a nascondere il Paradiso […]. Lo vedo orrendo, informe spettro controluce».
Le isole del Golfo di Napoli dopo 60 anni
Pasolini, nel suo viaggio del 1959, soggiornò anche a Ischia, in un hotel che esiste ancora oggi: l’Hotel Savoia. Nell’isola verde inoltre è anche possibile ritrovare i ristoranti su palafitte, che tanto colpirono lo scrittore romano. Qui manca però il “vivere senza fatica” di cui parla Pasolini, poiché oggi si riscontra un’Ischia molto più affollata, quasi invasa dai turisti, che di “fatica” ne portano eccome!
A Capri, invece, l’atmosfera sembra rimasta immutata. L’isola era invasa dai turisti già 60 anni fa. Eppure ora come allora ci sono luoghi dove è possibile rilassarsi e godersi la natura, come la Grotta Azzurra. Pasolini la descrive così:
«Niente è mai bello come lo si aspetta, e tutto è più bello di quello che si aspetta. Si ha l’impressione di galleggiare su una lastra di luce, più alta del mare esterno, illuminata dal di sotto da fari di un chiarore duro, glauco, di mercurio».
Il ricordo di Ravello a Pier Paolo Pasolini
Nel suo viaggio lo scrittore romano visitò ovviamente anche la magnifica Costiera Amalfitana, della quale Ravello è considerata come il “salotto elegante”. Il comune di Ravello infatti l’8 agosto ha voluto celebrare i 60 anni dal passaggio di Pasolini con un incontro culturale all’Hotel Rufolo. Il titolo era “Pasolini a Ravello. La letteratura di viaggio nel cuore del Mezzogiorno dimenticato”.
E memore di quella visita quasi epifanica, Pasolini tornerà a Ravello anche nel 1970, per girare alcune scene del suo “Decameron”.
Vallo della Lucania e il Cilento
Percorrendo la “lunga strada di sabbia” a bordo della sua Fiat 1100, Pasolini arriva nel Cilento. Nel 1959 era una zona della Campania non ancora “colpita” dal boom economico, il quale oggi invece ha lasciato le sue tracce in molti dei paesini della provincia di Salerno.
Il Cilento infatti oggi attrae numerosi turisti provenienti da tutta Italia, per le sue affascinanti coste, per le sottili spiagge e per i meravigliosi tramonti.
Inoltre a Vallo della Lucania, al giorno d’oggi numerosi palazzi moderni affiancano quelli settecenteschi. L’albergo Risorgimento, “un palazzone buio, di nobile, quasi grandiosa architettura” dove Pasolini cercò invano alloggio, è scomparso.
Il cuore antico del Cilento si riscontra però ancora oggi nella natura. Per le rocce a picco di questa straordinaria zona della nostra regione sessant’anni sono un istante.
Alla luce di tutto questo, ogni campano (e non solo!) dovrebbe quindi percorrere la “lunga strada di sabbia”, lasciandosi trasportare nella Campania di 60 anni fa dalle acute descrizioni pasoliniane.
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