Secondo uno studio internazionale, Napoli è prima città d’Italia per la gestione dell’inquinamento luminoso.
Un gruppo di otto studiosi internazionali, tra cui Baughe, Cinzano, Elvidge, Falchi, Furgoni, Gallaway, Portnov e Rybnikova, ha effettuato una ricerca sull’inquinamento luminoso in Occidente. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero del «Journal of Environmental Management» con il titolo Light pollution in USA and Europe: The good, the bad and the ugly. Gli autori hanno esaminato la quantità di proiezioni luminose dirette verso il cielo, considerandone quelle superflue per la vivibilità ad altezza d’uomo. In parole povere la luce sparata in alto non serve a chi si trova sotto, ma si tratta di energia sprecata che incentiva l’inquinamento luminoso.
Per quanto riguarda l’Europa, i paesi scandinavi sprecano di meno, seguiti da quelli centroeuropei e in coda c’è l’Italia, con sprechi considerevoli. Nonostante ciò, Napoli sarebbe la più virtuosa delle città italiane. Dunque Napoli è virtuosa dal punto di vista dell’inquinamento luminoso, ma ciò non significa necessariamente avere una diffusa illuminazione. Anche se il recente approdo ai led in città ha apportato un miglioramento considerevole, ci sono zone in cui l’illuminazione notturna non è sufficiente.
Ad estrapolare i dati italiani è stato l’Osservatorio conti pubblici italiani diretto da Carlo Cottarelli. Lo studio fa notare come il rapporto tra inquinamento luminoso e PIL sia sbilanciato nei paesi più poveri dell’Unione. Dove ci sono maggiori difficoltà si spreca più energia.
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