La scossa di magnitudo 4.4 Richter che tanta paura e altrettanti danni ha provocato nei Campi Flegrei, ha registrato un primato ben poco invidiabile.
Nonostante la magnitudo molto inferiore, il terremoto del 13 marzo ha registrato un tasso di accelerazione del suolo notevole, superiore per intenderci anche alla scossa di magnitudo 6.0 che rase al suolo Amatrice.
L’accelerazione al suolo prodotta dal terremoto è stata significativa, come evidenziato dalla mappa di scuotimento, infatti è stato avvertito anche in un’ampia area della città di Napoli. Scrive l’INGV sul proprio portale web.
Il dato ha sorpreso anche gli studiosi del settore: la massima PGA (il modo in cui si misura il movimento di accelerazione del suolo) ha toccato la punta di 1.1g.
Questo dato oltre a far riflettere, rappresenta anche una conferma. Perché anche in altri terremoti flegrei nella stessa sorgente sismica, era stato registrato un tasso di accelerazione del suolo notevole.
Il dato dell’accelerazione viene acquisito in tempo reale dall’Osservatorio Vesuviano, grazie alla capillare rete di apparecchiature presenti sul territorio flegreo. Questo, in modo del tutto indicativo, può fornire in caso di scosse uguali o maggiori di magnitudo 4.0 Richter, un’area dove potrebbero essersi verificati maggiori criticità alle strutture.
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