“Noi non abbiamo mai creduto che Mario si sia suicidato, lui amava la vita. Ci sono tanti elementi, anche scientifici, che ci dicono che Mario è stato ucciso”.
Così Anna e Pino Paciolla, genitori di Mario Paciolla, il trentatreenne cooperante napoletano trovato senza vita nella sua abitazione a San Vicente del Caguàn, in Colombia nel luglio del 2020, dove operava per le Nazioni Unite. Oggi a piazzale Clodio è prevista l’udienza di opposizione all’archiviazione dell’inchiesta.
Archiviazione sollecitata per la seconda volta dalla procura di Roma. “Mario ha acquistato un biglietto aereo per tornare a Napoli poche ore prima del suo ritrovamento senza di vita. Noi non abbiamo mai creduto che si sia suicidato, lui – dicono i genitori dal sit-in organizzato davanti alla città giudiziaria con Articolo 21, Fnsi e Amnesty – amava la vita.
Aiutava gli altri e da cinque anni che cerchiamo risposte: il nostro è un percorso di verità e giustizia. Un percorso che abbiamo intrapreso anche per i tanti cooperanti che sono all’estero come è il caso di Alberto Trentini”.
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